“Bisogna trovare un bilancio adeguato fra l’esercizio legittimo della libertà di espressione e l’interesse sociale ad assicurare che i mezzi digitali non siano utilizzati per commettere attività criminose a danno dei minori”. Ne è convinto il Papa, che nel discorso rivolto ai partecipanti al convegno in Vaticano sulla dignità digitale del minore ha fatto notare che “uno snodo cruciale del problema riguarda la tensione – che alla fine diventa una contraddizione – fra l’idea del mondo digitale come spazio di illimitata libertà di espressione e comunicazione, e quella dell’uso responsabile delle tecnologie e quindi dei suoi limiti. Alla tutela della piena libertà di espressione si collega l’idea della tutela della privacy, con forme sempre più sofisticate di criptazione dei messaggi, che ne rendono difficilissimo o impossibile ogni controllo”. Di qui l’appello alle società che forniscono servizi in rete, “a lungo considerate mere fornitrici di piattaforme tecnologiche, non responsabili né legalmente né moralmente del loro uso”: “Il potenziale degli strumenti digitali è enorme ma le eventuali conseguenze negative del loro abuso nel campo del traffico di esseri umani, nell’organizzazione del terrorismo, nella diffusione dell’odio e dell’estremismo, nella manipolazione dell’informazione e – dobbiamo insistere – anche nell’ambito dell’abuso sui minori possono essere ugualmente notevoli”. “La libertà e la tutela della privacy delle persone sono beni preziosi, chiamati ad armonizzarsi con il bene comune della società”, il primo suggerimento concreto del Papa: “Le autorità devono poter agire efficacemente, avvalendosi di strumenti legislativi e operativi appropriati, nel pieno rispetto dello Stato di diritto e del giusto processo, per contrastare le attività criminali che ledono la vita e la dignità dei minori”.