Proteste
Il presidente dell’Ecuador Lenín Moreno ha decretato ieri in tutto il Paese lo stato d’emergenza, in seguito agli scioperi, ai blocchi stradali e alle manifestazioni, sfociate in qualche caso in scontri, promossi nelle principali città del Paese per protestare contro i recenti provvedimenti economici del Governo.
Martedì scorso, infatti, l’Esecutivo aveva annunciato alcune importanti riforme economiche tra le quali la liberalizzazione di benzina extra ed “ecopaís” (le più economiche, la super, la più cara, era già stata liberalizzata) e del diesel con conseguente aumento del prezzo. La benzina è passata da 1,85 dollari al gallone a 2,22, il diesel da 1,37 dollari a 2,10. Lo sciopero dei mezzi pubblici convocato ieri è presto finito nel blocco di alcune vie importanti in molte città dell’Ecuador e in isolati atti di violenza. Da qui la decisione del Governo, in un clima politico di sempre più forte contrapposizione tra il presidente e i sostenitori dell’ex presidente Correa, che pure aveva scelto e appoggiato Moreno come suo successore.
In una dichiarazione diffusa a reti unificate, il presidente ha detto che lo stato d’emergenza avrà una durata di sessanta giorni, durante i quali saranno limitati il diritto di riunione e la libertà di transito, e ci sarà uno spiegamento delle Forze armate e di Polizia in tutto il Paese. Moreno ha assicurato che il Governo è aperto al dialogo, ma “non subirà ricatti”.