Richiedenti asilo

Decreto migranti: Morcone (Cir), “si rischia un’ulteriore compressione dei diritti”

“Forte preoccupazione per il decreto ministeriale presentato oggi dai ministri degli Esteri, Luigi Di Maio, e della Giustizia, Alfonso Bonafede, che si propone di “accelerare i rimpatri attraverso l’introduzione della lista di Paesi sicuri”. La esprime il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) in una nota nella quale ricorda che “prima d’ora, il nostro Paese non aveva mai dato seguito all’introduzione della lista dei Paesi di origine sicuri – contenuta nella Direttiva europea 2013/32 – perché la nozione di Paese di origine sicuro è in contrasto con quella di diritto d’asilo individuale”. “La conseguenza diretta di questa misura – spiega il Cir – è l’accelerazione dell’esame delle domande di protezione per coloro che provengono da uno dei Paesi contenuti nella lista con una decisiva restrizione delle garanzie procedurali”.
“Il rischio che il diritto d’asilo in Italia subisca una grave compressione è molto alto”, dichiara il direttore del Cir, Mario Morcone. “Un caso singolo fondato – prosegue – rischia di vedersi respinta la protezione internazionale solo perché proveniente da un Paese presente nella lista. È evidente che tutto ciò non può essere compatibile con i diritti garantiti dalla nostra Costituzione”. “Con il calo degli arrivi, con la prospettiva di un accordo sulla redistribuzione dei richiedenti asilo sbarcati in Italia a livello europeo, non ci sembra questa la strada da prendere né un intervento necessario”, aggiunge Morcone, sottolineando come “il paradosso è che si era parlato di una discontinuità con il cambio di maggioranza”. “Mentre si possono anche comprendere le ragioni politiche che non permettono di abrogare adesso e subito i due decreti sicurezza, certo non ci si aspettava che si desse seguito alle previsioni in essi contenute in maniera così puntuale e diligente. Al contrario – conclude – sarebbe stato un vero segno di discontinuità quello di riaprire un canale di ingresso regolare per arrivare nel nostro Paese a cercare lavoro e una prospettiva di vita migliore anziché agire sulla presunta disincentivazione delle richieste di asilo”.