“La missione della stampa cattolica è quella di dare solidità e affidabilità a un flusso informativo che è magmatico, come la colata di un vulcano in eruzione che travolge tutto, brucia, compresa la credibilità di fatti e persone, con effetti drammatici sulla qualità della nostra vita civile e della democrazia”. Lo ha detto Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, intervenendo oggi, a Firenze, al convegno “Leggere le buone notizie col sorriso, nell’era dei social alla deriva”, che anticipa la Giornata della stampa cattolica, organizzata dalla Chiesa fiorentina, che si terrà domani, domenica 27 ottobre. “A noi cristiani – ha proseguito – è richiesto di essere molto attenti e di capire quali canali sta aprendo la comunicazione digitale, che spesso crea un dibattito disorientante e addirittura distorcente”. Secondo il direttore di Avvenire, vi è però una via di uscita: utilizzare i social “umanizzandoli”, perché troppo spesso si rivelano “clave sulla testa degli interlocutori”: “È un dovere che riguarda non solo i comunicatori, ma anche chi ha il potere politico, economico, culturale. Ognuno deve fare la sua parte”. Tarquinio, nel ricordare come molti giornali stiano pian piano scoprendo le buone notizie, ha ribadito l’importanza di “dare cittadinanza mediatica a tutte quelle persone che fanno del bene, che tessono reti di vicinanza, che illuminano le solitudini”. “Per troppo tempo – ha concluso – siamo stati affascinati solo dal lato oscuro della realtà, di una cronaca grondante di negatività. Se fosse per certe prime pagine di giornali, il mondo sarebbe già finito. Se ciò non è accaduto, è proprio perché ci sono tante cose buone che abbiamo l’obbligo di raccontare”.