Missione

Papa Francesco: ai Serviti, siate “laboratori” di “multiculturalità” per abbattere “muri”

foto SIR/Marco Calvarese

Raccogliere la sfida della “multiculturalità”, di cui le comunità religiose cattoliche sono diventate dei “laboratori”. È l’invito del Papa ai partecipanti al Capitolo generale dell’0rdine dei Servi di Maria, ricevuti oggi in udienza.” Non è facile vivere in armonia le differenze umane, ma è possibile ed è motivo di gioia se facciamo spazio allo Spirito Santo, che in questo, come si dice, ci va a nozze”, ha proseguito Francesco, esortando i presenti ad imitare Maria “ispirandovi in particolare a quattro suoi atteggiamenti”: ”Quando dopo l’Annunciazione va ad aiutare Elisabetta; quando a Cana di Galilea ottiene da Gesù il segno dell’acqua cambiata in vino per la gioia dei novelli sposi; quando rimane piena di fede e di dolore ai piedi della croce di Gesù; e infine quando prega nel Cenacolo con gli Apostoli in attesa dello Spirito Santo”. “Partendo da questi quattro momenti mariani – ha detto il Papa – siete sempre chiamati ad approfondire il carisma di fondazione per attualizzarlo, così che possa rispondere con speranza alle sfide che il mondo contemporaneo lancia alla Chiesa e anche al vostro Ordine”. Poi Francesco ha citato il tema del Capitolo generale, “Servi della Speranza in un mondo che cambia”, definito “traccia di cammino e di missione per i prossimi anni”. “Vivere il monte e la città”, l’altra consegna ai religiosi, esortati a “vivere il Vangelo rispondendo ai bisogni della gente, di fratelli e sorelle che chiedono di essere accolti, sostenuti, accompagnati, aiutati nel percorso della loro vita”. Tra le sfide da affrontare oggi, Francesco ha menzionato quella di “usare in modo responsabile i mezzi di comunicazione, che veicolano notizie positive, ma che possono anche distruggere la dignità delle persone, affievolire lo slancio spirituale, ferire la vita fraterna”. “Possano anche le vostre comunità essere segno della fraternità universale, scuole di accoglienza e di integrazione, luoghi di apertura e di relazionalità”, l’auspicio finale: “Con questa testimonianza aiuterete a tenere lontane le divisioni e le preclusioni, i pregiudizi di superiorità o inferiorità, i recinti culturali, etnici, linguistici, i muri di separazione”.