Storie
La maledizione del fico raccontata nei Vangeli di Marco e di Matteo è, insieme all’uccisione dei porci, uno dei rari miracoli che sembrerebbero risolversi con effetti negativi. E se la morte dei porci precipitati da un crepaccio libera un indemoniato, la maledizione del fico costringe a fare i conti con la propria storia. Siamo a Betania, Gesù si sveglia affamato e si mette a cercare i frutti tra le foglie di un fico rigoglioso. Non trovandone e pur essendo fuori stagione come lo stesso Vangelo racconta, lo condanna alla sterilità eterna. Al di là dell’apparente insensatezza, che significato teologico dobbiamo dare a questa maledizione? Che mistero nasconde? Lo scrittore Alberto Garlini ricostruisce la vicenda del fico di Betania immaginando la figura di Simone, figlio di Taddeo, uno zelota che si nasconde sotto falso nome in un casolare di campagna. In gioventù ha commesso molti crimini spinto da una religiosità messianica e violenta che si oppone al giogo dei romani. E quando quella mattina si trova di fronte al fico incenerito nel suo podere, lo interpreta da una parte come un segno di sventura che lo costringe a fare i conti con il proprio passato tenebroso, dall’altra come il simbolo di una vita, la sua, innestata in una storia più grande, resa santa dall’intervento del Dio di Israele. “Davanti a quell’albero sentivo di indossare abiti di lino sacerdotali, sentivo il profumo degli oli di mirra e dei deserti pietrosi, vedevo le colline verdi della Galilea, i minuscoli villaggi sparsi tra vigne e olivi, le pecore al pascolo nelle distese dove grida imperiosa la voce del Grande Dio Eterno. Davanti a quel fico ero parte del popolo di Israele ed ero insensatamente felice”. Simone è attratto dall’autorevolezza e dal fascino di Gesù e, forte della sua consuetudine con la violenza, ne percepirà la morte imminente e l’afflato verso una salvezza venata di disperazione. Perché, sembra dire l’autore, uomini e dei non vivono in sfere differenziate ma sono accomunati da un fragile destino. Giallo metafisico o noir biblico, questo libro di Garlini racconta con straordinaria efficacia il limite dei rapporti fra uomo e Dio.
“Il fico di Betania” è un libro di Alberto Garlini (tra i curatori della manifestazione culturale “Pordenone legge”), pubblicato da Aboca Edizioni nella collana “Il bosco degli scrittori”, che raccoglie storie che raccontano il mondo a partire da un albero.