Shoah party

Chat dell’orrore: Pollo (sociologo), “scomparsa infanzia, ‘svezzamento’ precoce, crisi coscienza, sballo per sentirsi vivi”

Video pedopornografici, inni a Hitler e all’Isis, razzismo, antisemitismo, scherno nei confronti di bambini malati di cancro, sevizie su animali. Il tutto condito con svastiche e bestemmie. Sono i contenuti di “The Shoah party”, chat gestita da due quindicenni su WhatsApp scoperta dai carabinieri dopo la denuncia della mamma di un tredicenne. Indagati 25 giovanissimi. “Una discesa agli inferi che ha molte cause, ma dalla quale si può risalire”, la definisce in un’intervista al Sir Mario Pollo, sociologo e docente di Pedagogia generale e sociale e di Psicologia delle nuove dipendenze all’Università Lumsa di Roma. Tra le cause, anzitutto “la scomparsa dell’infanzia avvenuta negli ultimi decenni”: televisione e Internet hanno prodotto nei bambini uno “svezzamento” precoce rispetto ad aspetti “crudi” della vita come guerre, violenza e morte, ed anche ad aspetti “adulti” come la sessualità. A ciò si aggiunge “la crisi profonda del senso del limite e della coscienza”. Per il sociologo, “è venuta meno l’educazione alla coscienza e al dominio di sé”, mentre i genitori, anziché “porsi come limite” ai figli, sono “facilitatori dei desideri”. In loro “manca una visione progettuale di senso della vita; non sanno educare i ragazzi alla trascendenza, aiutarli a scoprire qualcosa che è al di sopra della vita e a cui tendere: anzitutto il religioso ma anche ideali e valori di tipo laico: amore, amicizia, solidarietà, ideali politici e di giustizia”. E molti adolescenti, “iperstimolati e annoiati, già a 14-15 anni hanno bisogno dello sballo per provare qualcosa che li faccia sentire vivi”.