Elezioni presidenziali

Bolivia: probabile ballottaggio Morales-Mesa. Carraffa (politologo), “tra i cittadini voglia di cambiamento”

L’insoddisfazione della gente ed episodi di malaffare mettono a rischio la conferma di Evo Morales, che pure al primo turno delle presidenziali di ieri in Bolivia ha raggiunto al momento il 45%, contro il 38% di Carlos Mesa. Lo sostiene, parlando con il Sir, Carlos Cordero Carraffa, politologo dell’Università Cattolica boliviana. “Il partito di Governo – spiega – è caduto nella corruzione, gli esempi sono molti, come i 240 milioni di dollari del Fondo indigeno campesino che sono stati dirottati”. Ma il malcontento, secondo il docente, ha anche altre cause: “Gli incendi nell’est del Paese sono stati favoriti da un decreto che autorizzava roghi controllati per dare più spazio a superfici agricole o per allevamento. Ancora, Morales aveva promesso che con lui ci sarebbe stato lo sbocco al mare, invece la recente sentenza dell’Onu è stata a favore del Cile, nell’ambito di questa storica controversia territoriale. Molti i cittadini che anche nelle ultime settimane hanno manifestato nelle città, dando vita a cabildi (assemblee pubbliche tipiche del diritto spagnolo, ndr) al di fuori dei partiti politici”.
Certo, secondo Caffarra, tutto è partito dal referendum del 2016: “È stata una consultazione inutile. La gente ha detto no all’ipotesi di ricandidatura per Morales, che invece ha poi sfruttato una successiva sentenza della Corte Costituzionale. In tal modo, il presidente si è alienato la simpatia, quanto meno, della classe media urbana. Il desiderio di cambiamento va al di là della proposta dei partiti”. Mesa, dal canto suo, “è un candidato d’esperienza, ma è la prima volta che compete per la presidenza, pur avendo già guidato il Paese, subentrando dalla vicepresidenza”.