
(Bruxelles) Tempo di rinvii a Bruxelles? In queste ore si fanno largo almeno due importanti – probabili – slittamenti temporali. Il primo, e più complesso, è relativo alla data della Brexit, fissata al 31 ottobre. Tra Ue e governo del Regno Unito non emerge ancora un accordo che dovrebbe essere votato dal Consiglio europeo del 17-18 ottobre. I capi di Stato e di governo che giungeranno all’appuntamento domani pomeriggio dovrebbero dare semaforo verde a un testo non ancora approvato, semmai lo sarà. E poi dovrebbe seguire il voto favorevole del parlamento britannico. Oggi fonti politiche non escludono che il premier Boris Johnson possa prendere carta e penna e chiedere una dilazione per il recesso, benché in passato avesse dichiarato: “Usciremo il 31 ottobre, altrimenti preferirei essere morto in un fossato”. La stessa regina Elisabetta, nel recentissimo discorso di apertura del parlamento di Londra, ha affermato: “Una delle priorità del mio governo sarà quella di assicurare l’uscita dall’Ue del Regno Unito il prossimo 31 ottobre”. Ma i tempi appaiono troppo risicati. Il secondo rinvio potrebbe riguardare l’entrata in carica della Commissione Ue, ufficialmente stabilita al 1° novembre. In realtà, dopo le bocciature dei candidati di Francia, Romania e Ungheria, il Parlamento europeo deve ancora dare l’approvazione ai nuovi candidati e il voto di fiducia all’esecutivo di Ursula von der Leyen dovrebbe arrivare durante la plenaria della prossima settimana. Ormai la data che si vocifera con insistenza è quella del 1° dicembre. Salvo nuove complicazioni. Per queste ragioni, ma in particolare per Brexit, si fa largo l’ipotesi di un Consiglio europeo straordinario, da tenersi magari l’ultima settimana di ottobre.