Società: Rosina (Istituto Toniolo), “calo natalità, invecchiamento e debito pubblico rischiano di isolare i giovani e il Paese dallo sviluppo economico”

“La mancanza di lavoro delle nuove generazioni non è solo un problema dei giovani ma una questione centrale per la crescita competitiva del Paese e lo sarà sempre di più nei prossimi anni, con uno Stato che vanta il record di invecchiamento e di debito pubblico”. Lo ha affermato Alessandro Rosina, coordinatore scientifico dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo di Milano, presentando a Roma la ricerca “Un buco nero nella forza lavoro”, la prima di “Laboratorio Futuro”, il nuovo progetto dell’Università Cattolica. Scopo dell’iniziativa è aiutare l’Italia a giocare d’anticipo: attraverso ricerche e indagini inedite, proiettate al futuro, per fotografare i grandi cambiamenti in arrivo e individuare politiche più efficaci.
“Fino ad oggi – ha spiegato Rosina – tale carico è stato sorretto da una presenza consistente di popolazione in età produttiva, ma nei prossimi 10 anni entreranno nelle classi occupazionali gli attuali trentenni, 1,1 milioni in meno rispetto ai 40enni di oggi. Con un tasso di occupazione inferiore ai coetanei europei, pari al 67,9% contro il 79,1%”.
Rosina ha inoltre fatto notare come la formazione dei 30enni sia tra le più basse in Europa, in particolare per l’incidenza dei laureati, “che sono circa uno su cinque”. Ad aggravare la situazione, il fatto che l’Italia presenta, con la Grecia, il peggior dato di giovani che non studiano e non lavorano, i Neet, con una percentuale pari al 29,1%, contro il 18,1% dell’Ue”.
“Se quindi non verranno migliorate le condizioni occupazionali delle nuove generazioni, il rischio è quello di un indebolimento della possibilità di sviluppo economico, di sostenibilità del welfare e di produzione di ricchezza e benessere per il resto di questo secolo”, ha concluso.

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