
“Il Papa ha voluto nominarmi come uno dei relatori al documento finale del Sinodo. Per me è stata una sorpresa, perché noi paraguaiani poche volte abbiamo partecipato a questi momenti così importanti per la vita della Chiesa, in particolare in Vaticano. È stata una notizia gradevole, ma sento anche una grande responsabilità”. Lo afferma, in una breve intervista rilasciata all’ufficio stampa della Conferenza episcopale paraguagia, mons. Edmundo Valenzuela, arcivescovo di Asunción. La responsabilità deriva dalle “due colonne di difficoltà”. La prima riguardante il tema dell’ambiente e della custodia del creato, la seconda i temi dell’evangelizzazione, della scarsità di missionari, sacerdoti e diaconi, delle grandi distanze, della mancanza dell’Eucaristia per le comunità più lontane, dell’avanzata dei pentecostali. “Perciò – spiega mons. Valenzuela – dal Sinodo è uscita una gamma di denunce di problemi, ma poche soluzioni sulle quali stiamo comunque cercando di lavorare. Per questo il Papa dice che ci ‘manca qualcosa di importante’, usa la parola ‘desborde’, per indicare un’esuberanza di grazia”. L’arcivescovo confida che nei Circoli minori, a partire da oggi, “si discute su questo ‘desborde’ che ci manca”. Letteralmente desborde significa, appunto, straripamento. “Ci sarà una buona riflessione”, proprio nella linea chiesta dal Santo Padre, conclude mons. Valenzuela.