Deportazione ebrei Roma: Liliana Segre, “parole di odio pronunciate oggi rendono vani i 6 milioni di ebrei morti nella Shoah”

Cori antisemiti e razzisti negli stadi, manifesti e video pubblicati online contro gli ebrei, saluti romani ai cimiteri, atti vandalici in prossimità delle sinagoghe. “Sono fortemente provata da questi fatti. Succede ancora. Sono 30 anni che vado nelle scuole a raccontare che cosa è stata la Shoah. 30 anni che racconto cosa ho visto e vissuto di persona. Ho perso la famiglia. Ogni parola, ogni insulto mi coinvolge, mi preoccupa. Lascia pensare che i 6 milioni di ebrei uccisi nella Shoah sono morti invano”. Sono parole di profonda amarezza quelle pronunciate da Liliana Segre nel giorno in cui a Roma si fa memoria della Deportazione degli ebrei romani avvenuta 76 anni il 16 ottobre del 1943. “Mi chiedo – aggiunge parlando al Sir – quale sia la medicina contro questo odio. Non saprei come rispondere. Non è che esiste una medicina immediata da immettere nella società, come un antibiotico, per guarire l’infezione. Purtroppo stiamo assistendo ad un male che non reagisce ad alcun antibiotico. Le parole dell’odio sono antiche, sono ripetute e sono colpa della indifferenza e dei silenzi che ci sono stati intorno alle parole dell’odio”. Nominata dal presidente Mattarella senatrice a vita, Liliana Segre continua oggi la sua battaglia di civiltà in Senato. Ha presentato un disegno di legge contro l’“hate speech” e sta lavorando per istituire una Commissione parlamentare di controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. “Per fortuna – dice – il presidente Conte l’ha calendarizzato già per il 29 ottobre. Quindi ci sarà una votazione in Senato. Cominciamo, dagli stadi, da tutti i luoghi pubblici, cominciamo a colpire direttamente con multe, sanzioni, pene”. Mai più impunità, ma regole che “permettano di rendere consapevoli le persone che hanno ed esprimono questo odio”.

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