Diocesi: mons. Forte (Chieti), “se lo scandalo degli abusi provoca una crisi di credibilità della Chiesa, la fortezza dei credenti è virtù fondamentale”

Foto Boato

“Il rifiuto del Seduttore, che agisce in tanti modi attraverso le finestre sul mondo rappresentate dagli strumenti informatici e le vie digitali, esige chiarezza interiore, consapevolezza degli effetti negativi del male, gusto del bene e delle sue influenze benefiche, volontà ferma di piacere a Dio e di prepararsi alla vita eterna con Lui in ogni istante”. Lo scrive l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, nella sua lettera pastorale dal titolo “Forti nella fede”, incentrata sulla virtù della fortezza. Nel testo il presule riflette sul fatto che “siamo in un tempo in cui la fede dei credenti e la loro perseveranza nella fedeltà al Signore sono particolarmente messe alla prova”. “Ciò avviene su molteplici piani: da una parte, la mente e il cuore del singolo discepolo sono bombardate di messaggi che tendono a sedurlo, distraendolo dallo sguardo rivolto a Dio e suggerendogli vie facili per godere di più, possedere di più, acquisire più potere sugli altri”. Il riferimento è alla “rivoluzione digitale”, che “ha reso accessibili a tantissimi e in tempi fulminei immagini, stili di vita, scelte di comportamento e azioni concrete che renderebbero più leggera, piacevole e soddisfacente la vita. Resistere a queste sirene, che arrivano ormai a persone di ogni età e condizione, può non essere facile”, riconosce l’arcivescovo. Che la considera “una sfida per l’intera comunità dei credenti”: “Se lo scandalo degli abusi sessuali e di potere nella Chiesa è stato causa di tanta sofferenza, umiliazione e vergogna, provocando una vasta crisi di credibilità dell’istituzione ecclesiale, dei ministri ordinati, dei consacrati e dell’intero popolo dei fedeli, la tentazione sottile che si insinua in alcuni è di non credere più alla possibilità di una vita vissuta fedelmente secondo il Vangelo”. La tentazione indicata è quella che, “stando nella stessa barca, si finisca con l’affondare insieme”. “A una simile tentazione di sfiducia e di rinuncia alla lotta col male si resiste solo se si è ‘forti nella fede’, saldi in essa, confidando totalmente in Dio – afferma mons. Forte -. Perciò, nel contesto di un mondo che sfida la Chiesa sulla sua credibilità, e dunque sulla fedeltà a ciò che annuncia, la fortezza dei credenti appare una virtù fondamentale per vivere e testimoniare il Vangelo”.

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