Infrastrutture

Tav: consegnata l’analisi costi-benefici. Bozza preliminare da condividere con Francia e Ue

Torna a scaldarsi il fronte della Tav Torino-Lione. In prossimità della nuova manifestazione prevista per sabato 12 gennaio, indetta dalle sette imprenditrici torinesi per insistere sull’opportunità di realizzare l’opera, oggi pomeriggio Marco Ponti, che ha presieduto la Commissione costituita ad hoc, ha annunciato in una intervista a Sky Tg24 di aver consegnato “in queste ore” al Ministero per le infrastrutture la relazione finale sull’analisi costi-benefici. La comunicazione è avvenuta nel corso di un dibattitto con il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino. Un adempimento che non solo ha immediatamente scatenato una ridda di polemiche politiche, ma che in parte è stato corretto dallo stesso Ministero. “L’analisi – ha detto Ponti – vale per la collettività e quindi riguarda tutta l’opera, la parte italiana, ma tutti i soggetti sociali implicati, gli utenti, le imprese, lo Stato, la sicurezza e gli effetti occupazionali”. Quindi ha aggiunto che “i conti che abbiamo calcolato nell’analisi costi-benefici sono buoni e auspico che siano pubblicati il più presto possibile. E che siano criticati il più presto possibile. Tocca alla politica, spero che si esprima rapidamente”. Una posizione condivisa anche da Chiamparino che ha ricordato i costi effettivi della Tav che per l’Italia arrivano a 4 miliardi e 739 milioni, di cui 1,7 per la tratta nazionale. Alcune testate on line, intanto, hanno anticipato che l’esito dell’analisi sarebbe comunque negativo. Ma lo stesso Ministero ha poi precisato che il “documento ricevuto dal professor Ponti e dalla sua task force è una bozza preliminare di analisi costi-benefici sul Tav Torino-Lione e che è allo studio della Struttura tecnica di missione del Mit per un vaglio di conformità rispetto alle deleghe affidate ai consulenti del ministero”. L’analisi di carattere tecnico-economico e la parallela analisi giuridica, ha concluso il Ministero, “andranno doverosamente condivise con la Francia, la Commissione Ue e in seno al governo, prima della loro pubblicazione”.