Politica
(Londra) Un’altra sconfitta inflitta dal parlamento a Theresa May mentre la premier continua la sua ricerca di quella maggioranza che le consenta, martedì prossimo, di far approvare da Westminster il piano di uscita dall’Unione europea. Un emendamento, proposto dal parlamentare conservatore Dominic Grieve, e approvato oggi con 308 voti contro 297, grazie a un’alleanza tra deputati tory e laburisti, costringerà il primo ministro a ritornare dai deputati dopo soli 3 giorni, in caso di bocciatura, invece dei 21 previsti dalla legge. Siamo all’inizio di cinque giorni di dibattito su quel trattato che dovrebbe portare il Regno Unito fuori dall’Unione europea il prossimo 29 marzo. Sia tra i deputati conservatori che tra quelli laburisti regna il terrore per quel “no deal”, la rottura netta tra Gran Bretagna e Ue, che danneggerebbe in modo irrevocabile l’economia britannica. Inevitabile probabilmente se il parlamento, come sembra certo, dirà no alla May il prossimo 15 gennaio. Westminster ha le mani legate perché il governo si rifiuta sia di revocare l’articolo 50 che fermerebbe il processo di uscita dall’Unione europea sia di indire un secondo referendum. Può, però, rendere la vita difficile alla May, usando la “guerriglia degli emendamenti”, ovvero dimostrando, con una serie di ripetute bocciature del governo, che esiste una chiara maggioranza a Westminster contro il “no deal”. A meno che il parlamento decida di fermare la premier togliendole la fiducia.