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Migrazioni: commissario Avramopoulos, aiutare i Paesi più esposti ai flussi in attesa della riforma di Dublino

(Bruxelles) L’accordo raggiunto per l’accoglienza dei migranti finora ospitati a Malta (249 giunti nelle scorse settimane più i 49 delle navi Sea Watch e Sea Eye) è stato favorito dalla mediazione della Commissione e dalla disponibilità offerts da otto Stati Ue. “Dobbiamo aiutare i Paesi più esposti” ai flussi, sottolinea Dimitris Avramopoulos, “in attesa che si arrivi alla riforma di Dublino. È urgente, infatti, riformare le regole europee in materia di asilo”. Il commissario spiega che l’Ue in questi anni ha portato in salvo oltre 600mila migranti: “Per questo si rende necessario un approccio onnicomprensivo” in materia, “compresa l’intensificazione della lotta alla tratta di esseri umani”. “Nelle migrazioni tutto è correlato”: sicurezza delle frontiere e dei mari, procedure di salvataggio e di prima accoglienza, procedure di asilo (“per non lasciare tutto l’onere sulle spalle dei Paesi più esposti”), rimpatri, consolidamento della democrazia e sviluppo dei Paesi di partenza, in Africa e Asia. Il commissario, sollecitato dalla domanda di un giornalista, chiarisce: “La Commissione europea non esercita alcuna pressione sui governi dei Paesi membri”, perché non ha le competenze né i poteri per farlo, “ma si impegna a coordinare gli sforzi dei Paesi che si rendono disponibili a collaborare”.
“Dalla tragica situazione del 2015 si sono fatti parecchi passi avanti. Allora eravamo stati presi tutti alla sprovvista. Ora occorrono meccanismi permanenti di risposta alle migrazioni”. E annuncia che la prossima settimana, durante la plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo, incontrerà il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani e i leader dei gruppi politici per proseguire la collaborazione in vista della riforma di Dublino, su cui Parlamento e Commissione hanno posizioni simili, mentre il freno alla riforma viene dagli Stati membri.