
“La capacità di abbracciare la vita, di dire sì alla vita per quello che è, di trasformare anche i limiti e anche le sofferenze della vita in qualcosa di positivo in cui l’umanità non si abbatte, ma invece si esalta tirando fuori il meglio di sé, è il dono grande del Vangelo è il dono grande che Gesù fa ai credenti ed è il messaggio che con la sua corsa Leonardo ha lasciato a questa città”. Così mons. Paolo Giulietti, vescovo delegato ad omnia di Perugia-Città della Pieve, nell’omelia delle esequie del quarantaseienne perugino Leonardo Cenci, questo pomeriggio in una gremita cattedrale di San Lorenzo. Leonardo Cenci è morto il 30 gennaio dopo quasi sette anni di lotta, condotta da autentico sportivo, contro il cancro fondando l’associazione “Avanti tutta Onlus” e correndo per ben due volte la Maratona di New York. Per il suo esempio-testimonianza di fronte alla sofferenza del corpo e dello spirito l’Amministrazione comunale di Perugia ha indetto, nel giorno delle esequie, il lutto cittadino e la Chiesa lo ha accolto in cattedrale. “Anche se per Leonardo con la sua malattia la vita è stata difficile – ha detto Giulietti -, lui l’ha abbracciata e ha trasformato questa sofferenza nell’occasione di fare qualcosa di estremamente significativo e di estremamente valido”. Appresa la notizia della morte di Leonardo, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha espresso la sua vicinanza alla famiglia Cenci, e ha ricordato che “Leonardo doveva incontrare il Santo Padre lo scorso 2 gennaio, un incontro a cui ci teneva molto ma è stato impossibile per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Questo mi ha commosso e appena vedrò Papa Francesco gli racconterò chi era Leonardo Cenci per tutta la nostra Perugia e non solo, uno dei grandi testimoni del nostro tempo. Leonardo è di esempio soprattutto per i nostri giovani, per la forza interiore e la fede con cui ha saputo lottare contro la malattia, dimostrando che l’uomo ha delle capacità inesplorate per superare i propri limiti con forza d’animo e di volontà; credendo fino in fondo nella vita e nello sport, una delle manifestazioni vitali più belle”.