Violenza

Venezuela: la repressione di Maduro dopo l’autoproclamazione di Guaidó: 14 morti. 700 persone assediate per ore nella cattedrale di Maturín

Non si è fatta attendere la risposta del regime di Nicolás Maduro, dopo manifestazioni antigovernative convocate ieri dall’Assemblea nazionale, in occasione della festa del 23 gennaio, e culminate con l’autoproclamazione a presidente ad interim del presidente dell’Assemblea nazionale Juan Guaidó.
Secondo l’ong Provea (Programma venezuelano di educazione ai diritti umani) e il suo Osservatorio venezuelano dei conflitti sociali, negli scontri che si sono susseguiti in varie città del Paese sono morte nelle ultime 48 ore 14 persone, tutte uccise con armi da fuoco. In tredici casi le persone uccise stavano partecipando alle manifestazioni popolari in modo pacifico, riferisce sempre l’organizzazione.

https://twitter.com/_Provea/status/1088270252855709698

Particolarmente drammatica la situazione nella città di Maturín (capitale dello stato orientale di Monagas), dove l’esercito ha assediato la cattedrale, al cui interno si erano rifugiate oltre settecento persone, che dopo ore sono riuscite a uscire.

https://twitter.com/radiofeyalegria?ref_src=twsrc%5Etfw

https://twitter.com/CEVmedios/status/1088188198789046284

Il Governo di Maduro ha anche rotto le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti, dando 72 ore di tempo ai diplomatici per lasciare il Paese. Gli Stati Uniti hanno infatti ieri riconosciuto immediatamente Guaidó come legittimo presidente, così come Canada, Brasile, Colombia, Perù, Costa Rica, Ecuador e Paraguay. Si è invece “sganciato” il Messico.

Non ci sono ancora atti formali da parte dell’Unione europea. Il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, in un tweet, sottolinea la legittimità democratica del nuovo presidente autoproclamato, contrariamente a Maduro.

https://twitter.com/EP_President/status/1088192568633028608

Da fonti della Conferenza episcopale venezuelana il Sir apprende che c’è tra i vescovi, molti dei quali hanno preso parte ieri alle manifestazioni popolari, notevole preoccupazione. Ieri i vescovi, che hanno raggiunto Caracas si sono riuniti senza però rilasciare dichiarazioni a caldo.