Scuola
“Non è sufficiente non fare il male per sentirsi giusti. È necessario fare il bene e promuovere ogni bene nella società”. Questo il tema scelto per la 45ª edizione del Premio nazionale della bontà organizzato dall’Arciconfraternita di sant’Antonio. Lo spunto è stato tratto dalle parole che Papa Francesco ha rivolto ai giovani in occasione dell’incontro al Circo Massimo, nell’agosto dello scorso anno. “Come Arciconfraternita che collabora con i francescani conventuali della pontificia basilica di S. Antonio di Padova – spiega il cappellano dell’arciconfraternita, p. Andrea Vaona ofmconv. – siamo sempre molto vicini agli insegnamenti e proposte di Papa Francesco. Un Papa particolarmente attento alle inquietudini del mondo giovanile, sempre più spesso affamato di un futuro di cui le generazioni più adulte sembrano voler privare i più giovani”. Nato nel 1975, il Premio nazionale della bontà mantiene da allora ad oggi l’obiettivo di dimostrare quanto di “buono” vi sia nei giovani di ogni generazione. Al premio possono partecipare gli alunni delle scuole primarie e secondarie di 1° e 2° grado, che – attraverso la narrativa, il disegno e il multimediale, nuovo linguaggio di comunicazione delle generazioni – sono chiamati a raccontare il tema scelto di anno in anno, declinandolo nella loro realtà. Gli elaborati dovranno essere spediti alla segreteria organizzativa entro e non oltre il 21 aprile 2019. La premiazione avverrà l’1 e 2 giugno. L’Arciconfraternita, inoltre, si propone ogni anno di individuare un protagonista che nella vita “adulta” abbia reso tangibile testimonianza degli insegnamenti del Vangelo. “Nelle scorse edizioni – ricorda p. Vaona – grande emozione ha suscitato la storia della vincitrice, l’infermiera di Grosseto Nadia Ferrari, che ha chiesto e ottenuto l’affido del piccolo Mario, gravemente malato dalla nascita e abbandonato in ospedale, regalandogli due anni di amore e di cure; o il gesto di solidarietà compiuto dai dipendenti della ditta Brenta Pcm di Molvena (Vicenza) che hanno donato ad una loro collega l’equivalente a circa dieci mesi di ferie per consentirle di rimanere vicino alla bimba malata sino alla fine. Così come il gesto dell’attaccante del Chievo, Riccardo Meggiorini, che con coraggio ha difeso una sconosciuta da una aggressione. Lo scorso anno il riconoscimento è andato a Letizia Guglielmo che ha donato un rene all’amica Lara Martello, malata dal 1999 di insufficienza renale e dal 2010 in attesa di trapianto; e a Luciano Bonaria fondatore e titolare della Spea di Volpiano (Torino) che ha donato una doppia tredicesima a tutti i 500 dipendenti, per ringraziarli di una ottima annata di profitto per l’azienda”.