Catechesi

Gmg 2019: mons. Fusco (Sulmona), “ascolto, discernimento, azione”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

(da Panama) Ascolto, discernimento, azione: sono queste le tre direzioni indicate dal vescovo di Sulmona-Valva, mons. Michele Fusco, ai giovani pellegrini italiani che partecipano alla Gmg di Panama. Durante la seconda catechesi, svoltasi oggi a “Casa Italia” e ispirata dal passo mariano “Avvenga per me secondo la tua parola”, mons. Fusco ha invitato i giovani, circa 60, divisi tra la diocesi di Arezzo-Sansepolcro e il Pime (Pontificio istituto missioni estere), a guardare a Maria che ascolta la Parola, discerne e la mette in pratica con il suo Sì. “Maria – ha detto mons. Fusco – aveva un progetto di vita con Giuseppe fino a quando irrompe la Parola che genera Cristo. Come Maria anche noi abbiamo i nostri progetti di vita. E come Maria dobbiamo domandarci come la Parola ci interpella, anche quando ci chiede cose in apparenza difficili o impossibili. Accogliere la Parola significa generare Gesù”. Da qui l’esortazione del vescovo a “lasciarsi raggiungere dalla Parola. In questa Gmg può essere quella di un amico, del Papa, di una lettura. In questa parola possiamo sentire la presenza di Gesù”. Sulle riflessioni di mons. Fusco, unite alla lettura personale di alcuni testi della mistica francese Madeleine Delbrel, si è sviluppato il confronto tra il presule e i pellegrini secondo uno stile di dialogo suggerito dal Sinodo dei vescovi sui giovani dello scorso ottobre. Tante le domande e le richieste dei giovani a mons. Fusco: come riconoscere la chiamata, usare, da parte della Chiesa, linguaggi più concreti, il bisogno di essere seguiti e lo scoglio della confessione. “Farsi accompagnare da qualcuno che ha già fatto quella strada – secondo il vescovo – può aiutare a discernere una eventuale chiamata. Può essere un educatore, i genitori stessi, un prete”. In questo percorso personale un ruolo decisivo lo gioca la preghiera, lo studio della Parola di Dio, la lectio divina. “Può essere utile – ha aggiunto mons. Fusco – pregare la Parola e metterla in pratica per un periodo e poi tornare a condividere con la comunità”. Altro punto su cui il vescovo si è soffermato, rispondendo ai giovani, è stata la confessione: “Non è la lista della spesa. Per questo motivo va legata alla Parola così da farla diventare un percorso continuo. Alimentate il rapporto con il sacerdote che riceve la confessione. Lasciatevi accompagnare”, ha concluso il vescovo.