Messa apertura

Gmg 2019: mons. Ulloa Mendieta, “trasformare con la gioia del Vangelo le situazioni di ingiustizia che feriscono la società”

(dall’inviato a Panama) Si è aperta ieri sera con una messa nel Campo Santa Maria la Antigua, la Gmg di Panama. Davanti a circa 75mila pellegrini, l’arcivescovo di Panama, mons. José Domingo Ulloa Mendieta, ha parlato di una Giornata “per i giovani delle periferie esistenziali e geografiche” definendola “un balsamo per la difficile situazione in cui versano molti giovani che vivono senza speranza, specialmente quelli indigeni e afro-discendenti, quelli che emigrano a causa della risposta quasi nulla dei loro paesi di origine che partendo si espongono al traffico di droga, alla tratta di esseri umani, alla criminalità e a molte altre malattie sociali”. L’arcivescovo ha esortato i giovani presenti a essere disponibili ad ascoltare Dio e a nutrirsi dell’Eucarestia, “nutrimento spirituale per affrontare le sfide della vita”. La chiamata di Cristo, ha detto mons. Ulloa Mendieta, “è valida, perenne, intensa, piena di una tenerezza che solo Gesù sa comunicare. Forse come Chiesa non siamo stati in grado di esprimere questo abbastanza chiaramente, perché a volte gli adulti pensano che i giovani non vogliono ascoltare, che sono sordi e vuoti. Tuttavia, la realtà è diversa. Hanno bisogno di guida, accompagnamento e, soprattutto, di chi li ascolti. Essi cercano testimoni pieni di contenuti ed esperienze. Non cercano un Dio colto e intellettualizzato ma cercano chi lo testimonia con la vita”. L’arcivescovo di Panama ha ribadito che i giovani sono i veri protagonisti della Gmg e che la Chiesa si fida di loro: “Ci aspettiamo molto da voi, perché siamo pienamente convinti che i veri protagonisti dei cambiamenti e delle trasformazioni che l’umanità e la Chiesa richiedono siano nelle vostre mani”. Ma “per affrontare questa grande sfida – ha sottolineato il presule – devono prepararsi in coscienza conoscendo la loro storia personale, familiare, sociale e culturale, ma soprattutto la loro storia di fede. Solo allora, nelle mani dei loro nonni e dei loro anziani, possono trasformare con la gioia del Vangelo quelle situazioni di ingiustizia che feriscono la società”.