Politica
(Strasburgo) “La pace è il contributo più grande che possiamo dare per la tutela dei diritti umani”. È il presidente finlandese Sauli Niinistö oggi a parlare di fronte all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Niinstö ha auspicato che il Consiglio “rimanga la spina dorsale dei suoi Paesi membri, conservando i suoi elementi di forza, come il meccanismo di monitoraggio, la Corte”, ma allo stesso tempo diventi “capace di dinamismo”. Oggi l’Assemblea deve occuparsi tra l’altro di libertà di informazione, lotta alla disinformazione, governance di internet. Sugli sviluppi futuri del Consiglio si era soffermato anche il segretario generale Thorbjørn Jagland, che nel suo ultimo intervento di fronte all’Assemblea ha tracciato una sorta di bilancio sui suoi 10 anni in carica, esprimendo soddisfazione per il consolidamento della credibilità e dell’efficienza della Corte europea dei diritti dell’uomo e i progressi compiuti in numerosi settori (tra cui migrazioni, tratta di esseri umani, protezione dei dati). Quanto al caso Russia, privata del diritto di voto in Consiglio per il mancato pagamento dei contributi, Jagland ha sottolineato che questa misura “non ha portato al ritorno della Crimea all’Ucraina, né migliorato la situazione dei diritti umani in Russia”. Jagland ha esortato l’Assemblea e il Comitato dei ministri ad avviare discussioni per trovare “una soluzione di compromesso alla crisi russa che rappresenterebbe un grande dono all’Europa”. “Sarebbero i cittadini russi a soffrire se il loro Paese lasciasse il CdE”.