Tavola rotonda

Corruzione: Police (Univ. Tor Vergata), per gli appalti “distaccare le centrali di committenza dal territorio”

“Il nostro corpo sociale è abituato a vedere il malaffare e la corruzione sempre nel territorio del vicino e mai nel proprio”. Così Aristide Police, direttore del master in anticorruzione dell’ateneo di Tor Vergata, a proposito del fenomeno della corruzione nel Paese. “Tutte le istituzioni che hanno contatto diretto con il corpo sociale assolvono un dovere fondamentale che è quello di instillare le regole dell’onestà. Quelle regole – non necessariamente giuridiche – rappresentano la sicurezza delle relazioni economiche e la salvezza della Repubblica. Qualsiasi apparato non sarà mai in grado di ristabilire le regole di un corpo sociale. La battaglia va combattuta anche sul campo della amministrazione considerando le forze e i limiti in sede locale e regionale. A questo livello, infatti, l’amministrazione è costantemente esposta alla corruzione: ciò perché si sono indeboliti gli organi di controllo territoriali. La devoluzione verso il basso delle competenze amministrative, ha una classe amministrativa culturalmente non attrezzata alla complessità giuridica dei processi, a cominciare dagli appalti pubblici. L’argine – ha ipotizzato – può derivare dal distaccare le scelte amministrative dal livello della rappresentanza territoriale”. “Le centrali di committenza andrebbero gestite in maniera distante dal territorio. Ciò non riguarda solo il Meridione perché la Lombardia ha problemi seri quanto è più della Calabria. Mi rendo conto – ha concluso – sia un’opera molto difficile e temeraria ma a mio parere necessaria”.