Violenza

Colombia: attentato Bogotá. Eln ammette sue responsabilità ma chiede che si torni al tavolo della trattativa

L’Esercito di liberazione nazionale, la formazione della guerriglia marxista rimasta ancora attiva in Colombia, ha ammesso, in una nota pubblicata stamattina (ora locale), le sue responsabilità in merito all’attentato alla scuola di polizia General Santander di Bogotá, che giovedì scorso ha provocato 21 vittime e una novantina di feriti, a causa dell’esplosione di un’autobomba.
L’Eln accusa il presidente Duque “di non aver dato il peso necessario” al gesto unilaterale compiuto durante il periodo natalizio: un cessate il fuoco unilaterale dal 23 dicembre al 3 gennaio, periodo durante il quale, secondo la guerriglia, l’esercito avrebbe continuato ad avanzare nei territori controllati dalla guerriglia, non rinunciando a un bombardamento proprio il giorno di Natale. Da qui a decisione della rappresaglia, secondo l’Eln “lecita nell’ambito del diritto di guerra, dato che non c’è stata alcuna vittima non combattente”, essendo la scuola di Polizia un sito militare.
Ciò nonostante, l’organizzazione afferma che “il cammino della guerra non è il futuro della Colombia, bensì la pace” e chiede al presidente di inviare nuovamente la sua delegazione al tavolo dei negoziati.
Una richiesta che, nell’attuale situazione, verrà quasi certamente respinta, anche se tutte le parti in questi giorni hanno evitato di spezzare il fragile filo del dialogo.