Legge 194

Aborto: Casini Bandini (Mpv), “unica vera prevenzione è riconoscere figlio come uno di noi”

“La relazione annuale del ministro della Salute, Giulia Grillo sull’applicazione della legge 194 conferma quanto già scritto nelle relazioni precedenti: l’elevato numero di obiettori non disturba il ‘servizio di Ivg(interruzione volontaria di gravidanza, ndr)'”. Lo sottolinea, in una nota, la presidente del Movimento per la vita italiano, Marina Casini Bandini, secondo la quale “criticità ci sono invece per quanto riguarda altri aspetti. Su questo il Movimento per la vita sta preparando il XII rapporto al Parlamento sulla legge 194, ma intanto replica alla relazione ministeriale ponendo alcuni interrogativi nel tentativo di aprire spazi di dialogo con i politici”.
“È proprio vero che gli aborti sono diminuiti? Come la mettiamo con l’assunzione della pillola del giorno dopo e dei cinque giorni dopo?”, è il primo quesito. Dalla relazione, evidenzia la presidente del Mpv, “risulta che nel 2017 sono state vendute 224.432 confezioni di EllaOne (pillola dei cinque giorni dopo) e 339.648 confezioni di Norlevo (pillola del giorno dopo). Dai pareri del Comitato nazionale per la bioetica e dell’Istituto superiore di sanità, confermati da studi internazionali, risulta che questi prodotti sono idonei ad alterare la mucosa uterina così da impedire all’embrione di annidarsi causandone perciò la morte”.
“Il concepito è un essere umano?”, è la seconda domanda. “Questo interrogativo – afferma Casini Bandini – è quello che più mette in crisi l’affermazione del funzionamento della legge a causa della diminuzione degli aborti. Alcuni pareri del Comitato nazionale per la bioetica e diverse decisioni della Corte Costituzionale (27/1975; 35/1997; 229/2015; 84/2016) vanno chiaramente nella direzione del riconoscimento del concepito come un essere umano a tutti gli effetti”.
In ogni caso, “il principio di precauzione vale solo nel campo ecologico o riguarda in primo luogo la vita umana?”. “Il naufragio di un barcone di migranti – fa notare la presidente del Mpv – comporta che le ricerche devono continuare finché non si esaurisca il minimo dubbio dell’esistenza in vita anche solo di un naufrago. Perché la relazione ministeriale tace circa l’applicazione della legge riguardo alla nascita dei bambini e nulla dice sul sostegno al volontariato che in quarant’anni ha salvato oltre 200mila bambini?”.
“È vero o non è vero che il massimo fattore di prevenzione dell’aborto è il riconoscimento del figlio come uno di noi ed è questo che restituisce alla donna l’istinto di maternità e il coraggio di affrontare le difficoltà? E lo Stato che cosa ha fatto a livello culturale ed educativo in questo senso?”: sono gli ulteriori interrogativi posti. “Affidare la prevenzione alla sola contraccezione, come fa la relazione, non solo è riduttivo ma non tiene conto del fatto che negli Stati in cui la contraccezione è più diffusa il tasso e il rapporto di abortività sono più alti”, conclude Casini Bandini.