Nel 2018 continua a crescere la diffusione delle tecnologie Ict (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione) nel nostro Paese anche se rimane un gap rilevante rispetto agli altri paesi Ue sia per le imprese sia per i cittadini. È quanto emerge dal report “Cittadini, imprese e Ict” diffuso oggi dall’Istat relativo al 2018.
Nel 2018 la quota di famiglie che accedono a Internet da casa mediante banda larga sale al 73,7% dal 70,2% del 2017. La connessione fissa (Adsl, fibra ottica, ecc.) è la modalità di accesso più diffusa. Il 94,2% delle imprese con almeno 10 addetti, invece, si connette in banda larga mobile o fissa; aumenta in misura rilevante la quota di quelle che dichiarano velocità di connessione in download di almeno 30 Mbit/s (da 22,1% nel 2017 a 29% nel 2018).
Dai dati diffusi emerge poi che il 68,5% delle persone di 6 anni e più si è connesso alla Rete negli ultimi 12 mesi (65,3% nel 2017) mentre il 52,1% accede tutti i giorni. I giovani restano i più grandi utilizzatori di Internet (oltre il 94% dei 15-24enni) ma la diffusione comincia ad essere significativa anche tra i 65-74enni, che nell’ultimo anno passano dal 30,8% al 39,3%.
Tra le persone di 14 anni e più, si utilizza soprattutto lo smartphone per l’accesso alla rete (89,2%), seguito dal pc da tavolo (45,4%). Il 28,3% utilizza un laptop o un netbook, il 26,1% un tablet mentre il 6,7% altri dispositivi mobili come ebook, smart watch…
Aumentano dal 12,9% al 16,9% le imprese che investono sulle competenze digitali provvedendo alla formazione dei propri addetti anche perché “lo sviluppo delle competenze tecnologiche delle risorse umane già occupate in azienda è considerato dal 22,4% delle imprese con almeno 10 addetti uno dei tre principali fattori competitivi del biennio 2018-2019, insieme alle agevolazioni pubbliche (48,5%) e all’accesso ad infrastrutture e connessioni in banda ultralarga (30,8%)”.
Nel corso del 2018 si è registrato un aumento dell’eCommerce e del numero di chi acquista online (55,9%) mentre risulta “ampio” il divario tra grandi e piccole imprese nel livello di digitalizzazione (Digital intensity indicator). Nell’uso di tecnologie emergenti, le grandi imprese italiane mostrano una propensione superiore o in linea con la media europea nell’analisi di big data (il 30% contro il 25% dell’Ue28), nell’uso di stampanti 3D (13% come la quota Ue28) e della robotica (26% rispetto al 25% dell’Ue28).