
L’incontro mondiale della gioventù indigena (Imgi) “dev’essere una modalità per mostrare il volto indigeno della nostra Chiesa nell’ambito della Gmg e per affermare il nostro impegno di proteggere la Casa Comune e di collaborare nella costruzione di un altro mondo possibile, più equo e più umano”. Lo afferma papa Francesco, in un videomessaggio, in spagnolo, inviato ai partecipanti all’Incontro mondiale della gioventù indigena, in corso in questi giorni (17-21 gennaio) a Soloy (Panama), nella diocesi di David. Francesco mette in evidenza che i temi messi in agenda durante l’incontro “stimoleranno la ricerca di risposte, a partire dalla prospettiva evangelica, a tante scandalose situazioni di marginalità, di esclusione, di scarto, di impoverimento alle quali sono condannati milioni di giovani, specialmente giovani dei popoli originari, nel mondo. Che il vostro agire, la coscienza di appartenere ai vostri popoli, costituisca una reazione contro questa cultura dello scarto, contro questa cultura della dimenticanza delle proprie radici, proiettata verso un futuro sempre più liquido, più gassoso, senza fondamento”. Conclude il Papa: “Fatevi carico delle vostre culture! Fatevi carico delle vostre radici! Però non restate fermi. Da queste radici crescete, fiorite, fruttificate”. La radici, infatti vanno “rivolte verso il futuro”. Questa “è la sfida per voi oggi”.