Emirati arabi uniti: p. Sale (La Civiltà Cattolica), “entità statuale economicamente significativa” e in buoni rapporti con Paesi arabi e potenze occidentali

Dal 3 al 5 febbraio Papa Francesco si recherà negli Emirati arabi uniti (Eau) per partecipare all’incontro interreligioso internazionale sulla “Fratellanza umana” e per visitare la comunità cattolica locale. Alla vigilia del viaggio papale, nel quaderno 4046 de “La Civiltà Cattolica” in uscita sabato 19 gennaio, p. Giovanni Sale scatta una fotografia della Federazione formata da sette Emirati, unificati in un’unica entità statuale, “realtà significativa dal punto di vista economico, a causa dei ricchi giacimenti di petrolio e di gas”, all’avanguardia in diversi settori, “popolati soprattutto da lavoratori stranieri e da turisti, che vivono nelle loro due grandi città, Abu Dhabi e Dubai”. Sotto il profilo istituzionale ciascuno degli Emirati conserva una notevole indipendenza in ambito sia amministrativo sia economico. Organo centrale di potere e di raccordo tra le differenti unità regionali – spiega il gesuita – “è il Consiglio supremo dei sovrani, formato dai sette emiri, i quali nominano il presidente (che istituzionalmente è lo sceicco di Abu Dhabi) e il primo ministro (che è lo sceicco di Dubai). Questi due sceicchi, inoltre, sono gli unici che nel Consiglio hanno il diritto di veto sul­le questioni politiche comuni.” L’organo legislativo è un Parlamento unicamerale, composto da 40 membri, la metà dei quali è eletta dal popolo. Esso di fatto ha funzioni soltanto consultive. P. Sale evidenzia il “sapiente miscuglio di liberalismo econo­mico e di iniziative culturali di grande impatto” e il “controllo piuttosto rigido dei movimenti sociali e dell’opinione pubblica” che ne sono alla base mentre la stabilità politica è assicurata dalla continuità “dinastica” dei dirigenti. A causa della loro “vocazione affaristica”, gli Eau mantengono rapporti amichevoli  con quasi tutti i Paesi arabi della regione, ma anche con altre potenze occidentali e asiati­che, e fanno parte delle maggiori organizzazioni regionali, come Lega Araba e Consiglio per la cooperazione del Golfo, sebbene negli ultimi tempi, dopo la crisi scoppiata nel giugno 2017 tra l’Arabia Saudita e il Qatar, quest’ultimo organismo sia entrato in crisi.

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