
(Strasburgo) Secondo quanto mostra l’esperienza dell’insegnamento cattolico “per conoscersi veramente, bisogna far posto all’altro nella propria identità” anche in quegli aspetti “profondamente segnati dai riferimenti religiosi”, ha argomentato mons. Paolo Rudelli, Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, aprendo il seminario in corso presso il Consiglio d’Europa sull’educazione alla cittadinanza nelle esperienze delle scuole cattoliche. Accoglienza, senza proselitismo, dialogo e consapevolezza della propria identità sono ingredienti di questo percorso. “La comunità educativa diventa un laboratorio della comunità civile e democratica, luogo di convivenza e di scambio, luogo di costruzione di un organismo sociale in grado di trovare la propria identità e unità nel rispetto reciproco e nella convivenza delle differenze”. In tutto ciò occorre “rispettare la libertà di religione in tutta la sua estensione”, senza imposizioni, ma nella consapevolezza che “l’appartenenza religiosa non può essere considerata come elemento accessorio dell’identità della persona e porta in sé un’espressione sociale intrinseca. L’integrazione positiva di questa dimensione religiosa della persona è essenziale per il perseguimento di un vero dialogo interculturale”.