
Rispetto alla situazione di Barca Carige “il governo auspica una soluzione privata della crisi che consenta il superamento in via definitiva delle attuali criticità”. Lo ha affermato il ministro dell’Economia e delle finanze, Giovanni Tria, nel corso dell’audizione a Montecitorio nelle Commissioni riunite Finanze di Camera e Senato. Il ministro ha ripercorso quanto successo negli ultimi mesi a Banca Carige con la mancata ricapitalizzazione, le dimissioni della maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione, l’intervento della Bce che ha disposto l’amministrazione straordinaria dell’Istituto fino all’approvazione del decreto da parte del governo.
“I commissari – ha spiegato Tria – hanno annunciato una serie di iniziative volte ad assicurare maggiore stabilità e coerenza al governo della società, consentire il proseguimento delle attività di rafforzamento patrimoniale dell’Istituto già avviate con intervento straordinario del Fondo interbancario, confermare la strategia di riduzione dei rischi derivanti da crediti deteriorati”. “Il governo – ha precisato Tria – rimane in attesa del piano industriale che dovrebbe avvenire entro la fine del prossimo mese di febbraio e auspica che questo agevoli l’individuazione di possibili partner in un’ottica di aggregazione e secondo logiche di mercato”.
Entrando nel merito del decreto, il ministro ha spiegato che “la garanzia sulle passività non rappresenta uno strumento di ricapitalizzazione. Esso serve solo a stabilizzare ove che ne fosse la necessità l’accesso alla liquidità da parte della Banca”. “In questo modo – ha proseguito – si assicurano ai commissari speciali le condizioni necessarie a portare avanti le iniziative già comunicate nei giorni scorsi e in particolare la ricerca di potenziali partner per implementare l’aggregazione che è stata richiesta dall’Autorità di vigilanza”. Tria ha aggiunto che “la Banca ha avanzato istanza per la concessione della garanzia dello Stato su obbligazioni di nuova emissione. La richiesta, a seguito di una valutazione informale a livello di uffici tecnici e della valutazione positiva sulla solvenza comunicata dalla Bce, è stata notificata alla Commissione europea e siamo fiduciosi di ricevere presto la relativa decisione”. “La ricapitalizzazione precauzionale” – disciplinata nel decreto “con l’intensione di fornire uno spettro il più possibile ampio di soluzioni per fornire adeguata tutela dei risparmiatori” – “è stata inserita – ha chiarito – al solo scopo precauzionale ed è da considerarsi del tutto residuale in quanto del tutto remoto è il relativo scenario. Qualora si materializzassero i presupposti per un tale intervento andrebbero avviate le interlocuzioni con le Istituzioni europee competenti al fine di negoziare la dimensione della misura di aiuto, il piano di ristrutturazione nonché il termine massimo entro il quale la Banca dovrebbe essere restituita al mercato”. In ogni caso, ha ribadito Tria, “la ricapitalizzazione precauzionale è un intervento temporaneo e un suo accostamento alla nazionalizzazione appare improprio”.