“Preoccupazione” per la decisione presa dal presidente del Guatemala Jimmy Morales di espellere la Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala (Cicig), ritenuta “contraria alle norme e ai principi costituzionali e alle norme del diritto internazionale”. Lo afferma un comunicato firmato ieri da mons. Alvaro Ramazzini, vescovo di Huehuetenango, nelle stesse ore in cui la Corte Costituzionale bloccava la decisione del Presidente della Repubblica. Una scelta, quella di Morales che, secondo mons. Ramazzini, “mina lo Stato di diritto e compromette il rispetto dovuto alle leggi del Paese. Al tempo stesso, frena il processo iniziato e le decisioni concordate negli accordi di pace”, tra cui la “sfida di disarticolare gli organismi criminali all’interno dello Stato e l’urgente lotta contro la corruzione e l’impunità in Guatemala”. Perciò, il vescovo di Huehuetenango invita la popolazione a “non lasciarsi manipolare e a essere costruttrice di pace, evitando qualsiasi scontro che metta a repentaglio la pace e l’armonia tra i cittadini” ed esprime l’auspicio che la sentenza della Corte Costituzionale sia rispettata. Si chiede, inoltre, che vengano garantiti “sicurezza e indipendenza” alle autorità giudiziarie e che sia garantito nel Paese “il pieno esercizio dei diritti e delle libertà”.