
La nascita di Athletica Vaticana “colpisce in positivo e merita attenzione non solo nel nostro paese ma a livello universale”, esordisce Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico (Cip) con il quale a breve Athletica Vaticana siglerà un accordo, intervenendo alla presentazione della neonata associazione sportiva della Santa Sede che ha visto la luce lo scorso 1° gennaio. Collegandosi al precedente intervento del card. Ravasi che aveva detto tra l’altro che “para” significa a fianco, sullo stesso livello, Pancalli richiama la vicinanza della Santa Sede al mondo parilimpico e sottolinea che la necessità dello sport di avere una meta, un obiettivo, richiamata dal porporato “rientra anche nella visione della famiglia parilimpica che io rappresento”. “Il nostro obiettivo – spiega – non è solo dare speranza e coltivare pari opportunità nell’accesso alla pratica sportiva. L’ambizione più grande è quella di poter cambiare con lo sport la cultura del Paese. Coltiviamo la speranza atletica, la voglia di partecipare un giorno alle Paralimpiadi, ma anche la consapevolezza di cambiare la percezione della disabilità nella quotidianità aiutando tutti quei ragazzi ‘abili’ che hanno avuto la fortuna di non incontrare nella loro vita la sfortuna, ad avere la percezione del valore della diversità come risorsa. Quella diversità che se messa nelle condizioni di esprimere le proprie opportunità e capacità diventa risorsa per tutti”. “Se riusciremo ad applicare il concetto sportivo dell’assist alle politiche sportive pubbliche che favoriscono il cambiamento di un Paese, sarà più forte lo sport e saremo più forti noi”. Athletica Vaticana, conclude, “non rappresenta soltanto una novità; rappresenterà anche un giocatore in più in quel rettangolo di gioco nel quale il mondo parilimpico sta giocando non solo per far crescere piccoli atleti in erba ma anche per determinare silenziosamente e determinare una rivoluzione culturale non solo nel nostro Paese ma in tutto il mondo”.