Politica: Rossini (Acli), “non costruisca consenso sul rancore o sui ‘like'” ma dia “risposte concrete”

“Il voto dell’ultima tornata elettorale ha espresso il rifiuto per le élite, come se queste fossero le uniche responsabili di un default che non si vedeva dal 1929”. Interpellato dal Sir, Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli, commenta il risultato del sondaggio Swg secondo il quale con il 32,2% dei consensi la Lega si conferma la forza politica in testa alle intenzioni di voto degli italiani. Lieve calo per il M5stelle che comunque con il 28,3% si mantiene al secondo posto. “Non possiamo nascondere – riconosce Rossini – che vi siano delle colpe nella classe politica che ha governato il Paese negli ultimi vent’anni”, una classe “uscita dalle macerie di Tangentopoli, a cui i cittadini italiani avevano dato con fiducia il mandato di svecchiare il sistema, di rilanciare l’Italia coinvolgendo tutte le forze nella speranza che un obiettivo comune consentisse il superamento di antiche divisioni”. Per il presidente Acli “qualcosa si è tentato, soprattutto con la riforma costituzionale che poi però si è arenata a causa dei soliti interessi contrapposti. Ecco perché oggi assistiamo al concreto rischio che ci sia un rigetto non solo per i partiti politici ma anche per i sindacati, le Ong, le associazioni nazionali e per tutti quei soggetti di mediazione che invece garantiscono il pluralismo necessario ad una democrazia avanzata come la nostra”.
“Costruire il consenso intorno al rancore e al risentimento verso qualcuno – il monito di Rossini – è l’esatto contrario di ciò che dovrebbe fare una classe politica seria, che non si nutre di like o di visualizzazioni sui social network ma è in grado di dare risposte concrete, di dire veramente come stanno le cose senza promettere l’irrealizzabile”. I risultati “di questa politica ‘emotiva’ sono, purtroppo, sotto gli occhi di tutti. Da questo punto di vista entra in ballo anche il discorso sull’Europa”, certamente bisognosa di essere riformata ma “troppo spesso messa alla gogna dai venti populisti come se fosse la madre di tutti i mali”. Per Rossini, un’Europa “più aperta e solidale, come l’hanno pensata i padri fondatori”, è l’unica strada percorribile in grado di garantire un futuro per il continente.

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