Ilva: Di Maio, “zero esuberi, non si applicherà il Jobs act”

“Ci siamo ritrovati a gestire una situazione che rappresentava il delitto perfetto a danno di tutti: dei cittadini di Taranto, delle migliaia di lavoratori, dell’interesse collettivo generale. Per l’annullamento non basta, per legge, l’illegittimità; serve un interesse pubblico concreto ed attuale che non si è verificato, in quanto i fatti risalgono a circa due anni fa”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, oggi al termine dei lavori del tavolo sull’Ilva. “Il piano ambientale così come il piano occupazionale raggiunti rappresentano il miglior risultato possibile nelle peggiori condizioni possibili” ha aggiunto il ministro. Soffermandosi sul primo, Di Maio ha annunciato che “è stato ottenuto che l’aumento della produzione di acciaio, oltre sei milioni di tonnellate annue, sia condizionato alla dimostrazione da parte dell’azienda, documentata al ministero dell’Ambiente, che le emissioni complessive di polveri dell’impianto non superino i livelli collegati alla produzione a 6 milioni”. Parlando del problema della diffusione delle polveri, Di Maio ha segnalato che “rispetto alla scadenza iniziale del 2021, è stato ottenuto l’anticipo della copertura dei parchi minerari entro il 2019”. Inoltre, “per la prima volta sono stati fissati anche i tempi intermedi per la copertura dei parchi: entro aprile 2019 l’azienda sarà obbligata a coprire il 50% della zona del parco più vicino al quartiere Tamburi”. Sul piano occupazionale, invece, si partiva da 10.000 assunzioni e centinaia di esuberi, “si è arrivati a 10.700 con zero esuberi: tutti i dipendenti riceveranno una proposta di lavoro”. “All’Ilva di Taranto non si applicherà il Jobs act: gli operai saranno assunti mantenendo integro l’articolo 18 e tutti i diritti pregressi, anche quelli economici e di anzianità”.

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