Creato: don Soddu (Caritas), persiste cultura individualistica, urgono politiche adeguate

È urgente “immaginare nuove strade per coinvolgere e responsabilizzare la società intera, ad ogni livello dai soggetti pubblici a quelli privati, dai settori economici a quelli no profit, dai territori alle comunità, per opporre alla società dello ‘scarto’ un nuovo modello economico che non metta da parte gli esclusi”. Lo afferma don Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana, in un’intervista pubblicata sul sito della Campagna Cei “Liberi di partire, liberi di restare”. “Se i modelli di sviluppo sono ancora dominati dal mito della crescita indefinita e persiste una cultura individualistica ‘dell’ognuno per sé’ che crea ingiustizia e lascia morire e se gli uomini di governo e di potere non sono in grado di sottrarsi a questo mito e a questa cultura, le comunità cristiane e in esse le Caritas, in virtù della loro prevalente funzione pedagogica, non possono non sentirsi interpellate da questi fatti”, dice con forza don Soddu per il quale è necessario “imparare a ‘leggere i territori’ in termini di relazioni, contatti, progetti”. Si tratta, osserva, “di un impegno che deve portare a rispondere, come sempre, ai bisogni che ci vengono segnalati, ma anche ad anticipare i fenomeni prima ancora che si acutizzino”.
Di fronte alla questione ambientale, l’invito è a “promuovere scelte e impegni per il bene comune, risposte collettive che superino ogni interesse particolare, anche per le generazioni future e tutte le creature”. Se da un lato “la formazione e la consapevolezza hanno un ruolo decisivo”, dall’altro “urgono politiche adeguate, dall’assetto idrogeologico alla prevenzione degli incendi, all’adeguamento antisismico e alla manutenzione di strutture pubbliche e private, alla gestione dei territori a rischio”.

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