Ecumenismo

Papa Francesco: a plenaria Pont. Consiglio unità cristiani, “riconoscere presenza Spirito Santo in nuove comunità e costruire legami fraterni”

Foto Vatican Media/SIR

“Abbiamo il dovere di discernere e riconoscere la presenza dello Spirito Santo in queste comunità” cercando di costruire “legami di autentica fraternità”. Così Papa Francesco, ricevendo questa mattina in udienza i partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani accompagnati dal presidente, il card. Kurt Koch. Francesco richiama recenti incontri con “cristiani di diverse tradizioni” – la preghiera a Bari con i capi delle Chiese ortodosse e orientali, l’incontro di Ginevra nel 70° del Cec, il 50° del Rinnovamento carismatico cattolico a Roma al Circo Massimo “e vorrei aggiungere”, dice a braccio, “anche la riunione annuale – Sua Eminenza è stato presente a due di esse – con il gruppo Giovanni 17 degli Stati Uniti e i pastori…: c’è una grande amicizia e familiarità che aiuta tanto”. Si tratta di “momenti salienti di quel percorso ecumenico che tutti i cristiani sono chiamati a realizzare camminando insieme, pregando insieme e lavorando insieme, nell’attesa che il Signore ci conduca alla ricomposizione della piena unità”. Il tema della plenaria – “Pentecostali, carismatici ed evangelicali: impatto sul concetto di unità” – “è molto attuale” e “la costante crescita di queste nuove espressioni di vita cristiana” è un fenomeno “che non può essere trascurato”, spiega il Pontefice. Di qui alcune indicazioni. “Anzitutto, abbiamo il dovere di discernere e riconoscere la presenza dello Spirito Santo in queste comunità, cercando di costruire con loro dei legami di autentica fraternità. Ciò sarà possibile moltiplicando le occasioni di incontro e superando la reciproca diffidenza, motivata molte volte dall’ignoranza o dalla mancanza di comprensione”. Qui Francesco offre la sua esperienza personale, facendo anche un mea culpa. Ricorda infatti che da superiore provinciale dei gesuiti aveva proibito ai gesuiti di entrare in rapporto con il Rinnovamento cattolico perché “più che una riunione di preghiera, sembrava una ‘scuola di samba’”. Racconta però di avere poi “chiesto scusa” e afferma: “Come vescovo avevo un bel rapporto con loro, con la messa in cattedrale”. Tra le varie attività condivisibili preghiera, ascolto della Parola, servizio ai bisognosi, annuncio del Vangelo, difesa della dignità della persona e della vita umana. “In una fraterna frequentazione reciproca”, secondo il Papa, i cattolici potranno imparare ad apprezzare l’esperienza di comunità che spesso in modi diversi dai loro vivono la fede e testimoniano il Vangelo, mentre quelle comunità saranno aiutate a superare i pregiudizi sulla Chiesa cattolica e a riconoscere che “nel tesoro inestimabile della tradizione, ricevuta dagli Apostoli” lo Spirito Santo “non è affatto spento o soffocato, ma continua a operare efficacemente”.