Pellegrinaggio a Lourdes: Baiocco (Unitalsi), “oltre un malato su due ha una patologia del sistema cardiovascolare, a seguire quella psichiatrica”

(da Lourdes) Accoglienza e accudimento come parole-chiave per vivere l’esperienza di Lourdes al fianco dei malati. Nel corso del pellegrinaggio nazionale 2018, in occasione dell’incontro di confronto dedicato ai responsabili di settore, Federico Baiocco, coordinatore nazionale dei medici Unitalsi, presentando i diversi spaccati sezionali attraverso cifre precise, illustra il ruolo del servizio sanitario di questa storica realtà e i progetti associativi legati alle patologie dei soci disabili. “Nel mondo unitalsiano, fondato su una struttura verticale ma non verticistica, è basilare mettere a fuoco come si opera nelle singole sezioni – spiega al Sir il referente -, cercando di monitorare le dinamiche che intercorrono tra i professionisti della medicina e le persone affette da malattia o disabilità”. In più, “l’Italia vive una condizione di invecchiamento: ai ragazzi viene negata la possibilità di una condizione di stabilità professionale che permette loro di guadarsi intorno e preoccuparsi del prossimo”: si fa sempre più urgente, quindi, la necessità di “avere volti nuovi in questo impegno di volontariato, per un ‘salutare’ ricambio”. Dati alla mano Baiocco ha inoltre evidenziato come “anche nel 2017 tra i partecipanti ai nostri pellegrinaggi oltre un malato su due ha una patologia del sistema cardiovascolare e la quasi totalità di essi presenta più patologie. A questa si aggiunge anche quella psichiatrica, che costituisce il 27%: perciò, sebbene come medici siamo abituati a lavorare in via emergenziale, dobbiamo renderci conto che occorre fermarsi e prendere atto che il problema per l’8% riguarda i giovani. Se guardiamo ancora alle statistiche, ci accorgiamo che l’età è molto bassa: come associazione di promozione sociale dobbiamo essere consapevoli che bisogna lavorare molto con e sulle nuove generazioni”.

Basandosi poi su un questionario legato a spiritualità, volontariato e soddisfazione della vita utilizzato ai fini della ricerca scientifica, il responsabile dell’Unitalsi fa riferimento alle malattie non solo corporali che attanagliano la società attuale e che, molto spesso, “inducono le persone a svolgere un servizio in Unitalsi: chi avverte infatti questo desiderio di rendersi volontario e chi sceglie questa opportunità di sostegno a chi affronta una situazione di disagio fisico o psichico raramente incappa nel rischio dell’aridità spirituale. Possediamo una grande risorsa, che è quella della terapia occupazionale, in cui intravedere l’utilità del gesto caritatevole, che ha come scopo principale la persona e, nel senso pieno del termine, la commozione verso di essa”.