Diplomazia

Papa Francesco: messaggio ai cattolici cinesi, “clandestinità non rientra nella normalità della vita della Chiesa”. Vescovi riammessi facciano “gesti concreti” di unità

foto SIR/Marco Calvarese

Per “sostenere e promuovere l’annuncio del Vangelo in Cina” e “ricostituire la piena e visibile unità nella Chiesa, era fondamentale affrontare, in primo luogo, la questione delle nomine episcopali”. Lo spiega il Papa, nel Messaggio ai cattolici cinesi e alla Chiesa universale, in cui si sofferma sui contenuti dell’Accordo Provvisorio firmato di recente a Pechino. “È a tutti noto che, purtroppo, la storia recente della Chiesa cattolica in Cina è stata dolorosamente segnata da profonde tensioni, ferite e divisioni, che si sono polarizzate soprattutto intorno alla figura del Vescovo quale custode dell’autenticità della fede e garante della comunione ecclesiale”, fa notare Francesco: “Allorquando, nel passato, si è preteso di determinare anche la vita interna delle comunità cattoliche, imponendo il controllo diretto al di là delle legittime competenze dello Stato, nella Chiesa in Cina è comparso il fenomeno della clandestinità”. “Una tale esperienza – sottolinea il Papa – non rientra nella normalità della vita della Chiesa e la storia mostra che Pastori e fedeli vi fanno ricorso soltanto nel sofferto desiderio di mantenere integra la propria fede”. “Da quando mi è stato affidato il ministero petrino, ho provato grande consolazione nel constatare il sincero desiderio dei cattolici cinesi di vivere la propria fede in piena comunione con la Chiesa universale e con il Successore di Pietro”, rivela Francesco: “Di tale desiderio mi sono giunti nel corso di questi anni numerosi segni e testimonianze concreti, anche da parte di coloro, compresi Vescovi, che hanno ferito la comunione nella Chiesa, a causa di debolezza e di errori, ma anche, non poche volte, per forte e indebita pressione esterna”. “Perciò, dopo aver attentamente esaminato ogni singola situazione personale e ascoltato diversi pareri, ho riflettuto e pregato molto cercando il vero bene della Chiesa in Cina”, fa sapere il Papa: “Infine, davanti al Signore e con serenità di giudizio, in continuità con l’orientamento dei miei immediati predecessori, ho deciso di concedere la riconciliazione ai rimanenti sette Vescovi “ufficiali” ordinati senza mandato pontificio e, avendo rimosso ogni relativa sanzione canonica, di riammetterli nella piena comunione ecclesiale”. “In pari tempo – la richiesta del Papa – chiedo loro di esprimere, mediante gesti concreti e visibili, la ritrovata unità con la Sede Apostolica e con le Chiese sparse nel mondo, e di mantenervisi fedeli nonostante le difficoltà”.