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Ilva: referendum lavoratori. Comm. custodia creato Taranto, “timore che nulla possa cambiare sul piano della salvaguardia della salute”

“Una notizia che da una parte libera lo scenario economico ed occupazionale dalle incertezze, ma dall’altra lascia immutato il timore che nulla possa cambiare sul piano della salvaguardia della salute e dell’ambiente”. È il commento della Commissione per la Custodia del Creato della diocesi di Taranto, alla nuova acquisizione di Ilva, che passa ufficialmente nelle mani di Arcelor Mittal, con il sigillo dei tanti sì al referendum interno agli stabilimenti del gruppo Ilva, svolti da Taranto a Genova, passando per Novi Ligure e Marghera. “Dal punto di vista prettamente sanitario – prosegue la commissione, costituita da molti laici ma anche sacerdoti, consacrati e religiose – raccogliamo con preoccupazione le osservazioni dell’Ordine dei medici di Taranto, dell’Isde Massafra, di Fimp Taranto e TarantoRicercaFuturo in merito ai miglioramenti al piano ambientale proposti da Ancelor Mittal. La Valutazione del Danno Sanitario secondo i criteri del decreto legge del 24 aprile 2013 non è motivo di rassicurazione per il fatto che vengono valutati i danni alla vita e alla salute già verificatisi a seguito dell’attività produttiva. Sarebbe auspicabile, invece, produrre in via preliminare una Valutazione di Impatto Sanitario. Sbarazzare il campo da queste incertezze significherebbe rasserenare gli animi e riaprire il dialogo tra istituzioni e cittadini”. E sul tema dell’immunità penale ai nuovi proprietari, in caso di mancato adempimento delle prescrizioni ambientali, la commissione sottolinea: “Non offre motivo di tranquillità l’assenza di sanzioni pecuniarie nel caso di mancata osservanza delle prescrizioni nei termini previsti, come l’assenza di rassicurazioni in merito alle polveri diffuse, pericolose quanto le convogliate. Vorremmo poterci fidare di chi produce e per questo chiediamo una sorveglianza vigile da parte degli enti preposti”.