Accordo

Ilva: referendum lavoratori. Bentivogli (Fim Cisl), “una delle vertenze più difficili del nostro Paese”

“Si chiude una delle vertenze più difficili del nostro Paese, che solo grazie alla responsabilità del sindacato non si è trasformata in disastro occupazionale. I lavoratori hanno capito chi ha salvato la situazione e chi invece si è messo le medaglie”. È il commento del segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, al termine degli scrutini del referendum con cui gli operai dei vari stabilimenti Ilva sparsi in Italia si sono espressi sull’accordo raggiunto da Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb e la nuova proprietà di Ilva. Intesa che prevede l’assunzione di 10.700 operai già attualmente impiegati nell’Ilva in mano ai commissari governativi ed incentivi fino a 100mila euro per chi deciderà di andare via. Alle assemblee il sì ha sfiorato il 93%. “L’accordo porta in dote 4.2 miliardi di investimenti per il rilancio del siderurgico, 1.25 industriali, 1.15 ambientali a cui si sommano 1.2 miliardi sequestrati ai Riva per le bonifiche e l’ambiente. Risorse ingenti che serviranno a rendere sicuro, sostenibile ambientalmente e competitivo, il sito tarantino. L’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale di Taranto, è la più restrittiva d’Europa. E’ giusto – conclude Bentivogli – perché c’è quasi mezzo secolo di ritardi da recuperare. Ora è il momento di aprire un confronto con le associazioni ambientaliste per fare fronte comune nel monitoraggio degli impegni presi e per la salute di lavoratori e cittadini”. “Questo accordo – spiega Valerio D’Alò, segretario della Fim Cisl per Taranto e Brindisi – per noi rappresenta soltanto il punto di partenza; vigileremo attentamente affinché quanto sottoscritto al Mise (piano ambientale e occupazionale) sia rispettato al millimetro”.