A un mese dal disastro
Ad un mese esatto dal crollo del ponte Morandi, nel giorno in cui la città si ferma per ricordare la tragedia, “le famiglie di Genova, nella consapevolezza dell’importanza di un’azione tempestiva, chiedono con determinazione che siano ripristinate condizioni di mobilità locale accettabili, siano custodite le imprese, siano pensate soluzioni di lungo termine”. Ad affermarlo il Forum delle famiglie della Provincia di Genova ed il Forum ligure delle associazioni famigliari che hanno diffuso oggi un “Appello per Genova ad un mese dal crollo del ponte Morandi” nel quale “desiderano porre in evidenza l’impatto che questa tragedia ha avuto e continua ad avere sulle famiglie”. In merito alla mobilità, ricordano che “lavoro, scuola, sanità dipendono dalla mobilità ed è urgente riaprire le linee di comunicazione stradale e ferroviaria in Valpolcevera”. Sul versante economico ed imprenditoriale chiedono che “quanti hanno competenza si adoperino perché alle aziende genovesi siano garantite condizioni che consentano di lavorare” perché “questo è il modo corretto di sostenere Genova, le sue imprese, i suoi lavoratori, le sue famiglie”. Infine, l’appello a pensare “soluzioni di lungo termine” in quanto “Genova, la Liguria e l’Italia, hanno bisogno di un ponte del Polcevera in tempi rapidi e certi e di infrastrutture adeguate”. “È il momento che ognuno si assuma la propria responsabilità – prosegue la nota – l’autorità giudiziaria, il governo, le autorità locali, le imprese, i lavoratori, gli studenti, le famiglie tutte devono operare concordemente con l’obiettivo di ripristinare la viabilità e i collegamenti tutti, ricostruire e fare scelte strategiche”. Ma soprattutto “occorre “fare presto” perché le attività economiche sono in difficoltà e le famiglie ne soffrono immediatamente le dirette conseguenze”. In quest’ottica, concludono i responsabili, i Forum locali “sono disponibili a collaborare con le Istituzioni al miglior servizio alle famiglie nei modi e nelle forme che saranno dalle stesse ritenute più opportune” ricordando che “il “fare presto” non vuole essere soltanto un appello, ma vuole essere la cifra dell’impegno di ciascuno ed in primis nostro all’azione concreta”.