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Abusi: mons. Scicluna su convocazione del Papa in Vaticano, “una risposta alle aspettative della gente che dai documenti e dalle parole si passi ai fatti”

(da Poznań) – L’iniziativa del Santo Padre Francesco di chiamare i presidenti di tutte le Conferenze episcopali del mondo per una riunione a Roma nel febbraio 2019 sul tema “La prevenzione degli abusi” è “una risposta alle aspettative della gente che dai documenti e dalle parole passiamo ai fatti. La gente ha bisogno di capire che non bastano le belle parole e le promesse ma serve un impegno capillare che concerne tutti e coinvolge tutta la Chiesa e tutti nella Chiesa”. Lo ha detto mons. Charles Scicluna, presidente della Conferenza episcopale maltese, parlando ai giornalisti a margine dell’assemblea plenaria dei vescovi europei in corso a Poznań, in Polonia. Mons. Scicluna, che è stato inviato dal Papa in Cile per cercare di risolvere lo scandalo degli abusi che ha travolto la Chiesa di quel Paese, ritiene che la convocazione di Roma “è un segno molto forte di un impegno per la difesa della dignità e la tutela dei minori nella Chiesa. Questa chiamata, questo invito, dice una cosa fondamentale: che la questione della prevenzione degli abusi e della tutela dei minori impegna tutta la Chiesa e impegna tutti nella Chiesa”.
“L’incontro – prosegue Scicluna – puntualizza già una presa di posizione molto chiara della Santa Sede nel 2011 quando la Congregazione per la dottrina della fede indirizzò a tutte le Conferenze episcopali del mondo una lettera circolare che sottolineava atteggiamenti fondamentali di risposta al fenomeno triste degli abusi dei minori ma anche indicava l’esigenza di portare avanti il lavoro intenso ma necessario di linee guida per ogni nazione del mondo. Seguirono iniziative di tante Conferenze episcopali. La maggior parte ha risposto a questo invito e negli anni che seguirono il 2011 tutte le linee guida sono state vagliate dalla Congregazione per la dottrina della fede”. “Ma non bisogna avere solo documenti”, incalza l’arcivescovo: “Bisogna sensibilizzare tutta la comunità perché questo triste fenomeno non si risolve solo dalla gerarchia ma è un impegno che deve coinvolgere tutti”. Rispondendo poi ad una domanda sulla formazione dei candidati al sacerdozio, mons. Scicluna ha detto: “Già nel 2011 la lettera circolare della Congregazione per la dottrina della fede indicava la formazione umana dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa come uno dei momenti importanti e fondamentali. E ancora prima, nel 1992, ci fu un messaggio profetico di San Giovanni Paolo II nella Esortazione post-sinodale Pastores dabo vobis che, parlando della formazione dei futuri sacerdoti, valorizzava in modo profetico e urgente la questione della formazione umana, dello screening psicologico e anche di una chiara e puntuale valutazione del candidato dal punto di vista dell’idoneità al ministero sulla chiave della idoneità affettiva e della idoneità ad essere pastore e padre per il gregge”.