
Save the Children accoglie con favore il nuovo rapporto delle Nazioni Unite sulla violazione dei diritti in Yemen con la condanna delle parti in conflitto per il completo e assoluto disprezzo della vita dei civili. Il rapporto, realizzato da una commissione di esperti di diritti umani, ha rilevato almeno 6.500 vittime e 16.706 feriti tra la popolazione civile dello Yemen tra i mesi di marzo 2015 e giugno 2018, sottolineando che il numero reale è con ogni probabilità ancora superiore.
“Il livello di impunità è tale – si legge in una nota – che i civili sono diventati un obiettivo negli attacchi a infrastrutture come scuole e ospedali, ad aree densamente popolate come mercati e quartieri residenziali e ad eventi comunitari come matrimoni o funerali, rendendo ogni luogo insicuro per i bambini yemeniti”.
“Questo rapporto riafferma quello che avevamo già denunciato, e cioè che tutte le parti in conflitto stanno violando le leggi internazionali e starebbero commettendo, in alcuni casi, veri e propri crimini di guerra”, dichiara Sylvia Ghaly, direttore Advocay in Yemen di Save the Children. “Sotto ai nostri occhi i bambini stanno pagando il prezzo più alto di questa guerra, venendo uccisi o menomati in attacchi indiscriminati. Il rapporto fornisce chiare evidenze di queste orribili atrocità”, aggiunge Ghaly, secondo cui “ora, la comunità internazionale deve porre fine a questa impunità e chiamare i responsabili a rispondere delle loro azioni. Allo stesso tempo, i governi che vendono armi alle parti in conflitto devono riconoscere le loro responsabilità nell’alimentare questa crisi e l’impatto devastante che il loro operato sta avendo sul popolo yemenita. Se lo facessero si renderebbero conto di come continuare questo loro commercio violento sia inconcepibile e indifendibile”. Per Ghaly, “non solo i bambini e le loro famiglie devono essere protette dai combattimenti, ma tutte le parti devono fare sforzi reali e concreti per la ricerca di una soluzione in vista degli imminenti negoziati di pace”.