
“La Chiesa nell’umiltà e nella verità di Cristo si cosparge il capo di cenere, per far sì che la sofferenza inflitta si trasformi in appello alla conversione. Oggi, la Chiesa, che in molte e troppe occasioni è stata fustigatrice dei mali altrui, riconosce, in tutta umiltà, il proprio bisogno di penitenza e di urgente rinnovamento interiore”. Lo scrive fr. MichaelDavide Semeraro, monaco benedettino, in un commento sul blog Koinonia de la Visitation relativo alla Lettera di Papa Francesco al popolo di Dio sul tema degli abusi. “Papa Francesco sta mantenendo la sua parola e si dimostra ancora una volta pastore onesto e umile. Rimane fermo il suo primo segno, quando chiese al popolo di ratificare, con una preghiera di benedizione, la scelta fatta dai cardinali di santa romana Chiesa. Il segnale che resta fondamentale – aggiunge – è quello della spoliazione che significa concretamente abbracciare un lungo processo di declericalizzazione delle strutture e dello stile nella vita della Chiesa. Declericalizzare significa rinunciare continuamente alla mentalità di un potere ricevuto e da esercitare come privilegio ed esenzione da valutazione. Declericalizzare significa cercare appassionatamente, ogni giorno, di imitare e assumere ‘i sentimenti’ (Fil 2, 5) e lo stile di Cristo Signore, il quale ‘svuotò se stesso’ (2, 7)”.
Nella Lettera, “ciò che è stato ripetuto in mille modi in questi anni dal Vescovo di Roma viene indicato come la sfida primaria e fondamentale della nostra vita di Chiesa”: “Siamo di fronte ad un appello profetico alla conversione che non è più procrastinabile. Se qualcuno non l’avesse capito o non lo volesse capire – conclude -, Papa Francesco, con l’autorità oggettiva del suo magistero ordinario, chiama con nome e cognome il male fondamentale della Chiesa: ‘Il clericalismo, favorito sia dagli stessi sacerdoti sia dai laici, genera una scissione nel corpo ecclesiale che fomenta e aiuta a perpetuare molti dei mali che oggi denunciamo. Dire no all’abuso significa dire con forza no a qualsiasi forma di clericalismo’”.