Venezuela: vescovi, “si sta usando la sola arma di chi non ha ragione: la violenza repressiva”

In Venezuela “si vuole instaurare una spirale di violenza” con il rischio che la “giustizia esca fuori dal controllo delle leggi e delle procedure legali”, provocando situazioni “arbitrarie” di “persecuzione fisica, intimidazione e omissione dello Stato di diritto”. “Come popolo dobbiamo affermare che la violenza, da qualunque parte provenga, contro persone, istituzioni o il popolo stesso, va respinta in tutti i suoi aspetti. Con la pace otteniamo tutto, con la violenza solo distruzione”. È l’ennesimo appello della Conferenza episcopale del Venezuela, sul “deterioramento della giustizia venezuelana”, dopo gli arresti seguiti al fallito attentato con un drone al presidente Nicolas Maduro. La settimana scorsa già la Commissione per la giustizia e la pace dei vescovi venezuelani aveva espresso le proprie preoccupazioni sul rischio di “arresti arbitrari, trattamenti crudeli o inumani, torture e sparizioni forzate” di “parlamentari, funzionari o cittadini sulla base di indizi o presunzioni di responsabilità penale”. La nota di oggi è firmata da mons. José Luigi Azuaje Ayala, arcivescovo di Maracaibo e presidente della Cev, dai due vicepresidenti mons. Mario Moronta e mons. Raúl Biord Castillo, e dal segretario generale mons. José Trinidad Fernandez Angulo. “Dobbiamo ricordare che in uno Stato di diritto, chi è privato della sua libertà, è titolare di diritti (diritti relativi all’integrità fisica e psicologica, alle relazioni familiari e sociali, all’integrità morale) – affermano -. Questo dovrebbe escludere non solo ogni tipo di tortura e trattamenti crudeli, inumani e degradanti, ma anche le condizioni stesse di reclusione in situazione di isolamento, la completa impossibilità di comunicazione e la mancanza di contatti con altri esseri umani, che provocano gravi sofferenze psichiche e fisiche a chi è privato della libertà. La dignità della persona e i diritti fondamentali non possono mai essere negati. Questa è l’essenza ultima della giustizia”.

Purtroppo, denunciano, in Venezuela “chi è al potere sta usando l’unica arma di chi non ha ragione: la violenza repressiva”: “Per esercitarla violano le leggi, gli articoli della Costituzione nazionale e i diritti umani” mentre il popolo “chiede cibo, farmaci, luce elettrica, trasporti pubblici, gas, stipendi degni e un freno all’inflazione. Ma nulla di tutto ciò sta accadendo; al contrario, si vuole esercitare un controllo sociale e si mette a tacere il dissenso”. I vescovi invitano comunque i cittadini a “non soccombere” e a “continuare a promuovere la riconciliazione e la pace, la ricerca della verità”. Concludono chiedendo agli organismi di sicurezza dello Stato di “cambiare il loro atteggiamento” e capire “il momento di grandi sacrifici e sofferenze del nostro popolo, delle loro famiglie, dei loro figli”.

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