Idolatria

Papa Francesco: udienza, “quanti idoli ho? qual è il mio idolo preferito?”. “Gli idoli promettono vita, ma in realtà la tolgono”

foto SIR/Marco Calvarese

“Gli idoli schiavizzano. Promettono felicità ma non la danno; e ci si ritrova a vivere per quella cosa o per quella visione, presi in un vortice auto-distruttivo, in attesa di un risultato che non arriva mai”. È la fenomenologia dell’idolatria, con la quale il Papa ha concluso l’udienza di oggi, dedicata a questo tema. “Gli idoli promettono vita, ma in realtà la tolgono”, ha ammonito Francesco: “Il Dio vero non chiede la vita ma la dona, la regala. Il Dio vero non offre una proiezione del nostro successo, ma insegna ad amare. Il Dio vero non chiede figli, ma dona suo Figlio per noi”. “Gli idoli proiettano ipotesi future e fanno disprezzare il presente”, mentre “il Dio vero insegna a vivere nella realtà di ogni giorno, concreto”, ha puntualizzato il Papa. “Non con illusioni sul futuro, oggi, domani e dopodomani camminando verso il futuro”, ha proseguito a braccio: “La concretezza del Dio vero contro la liquidità degli idoli”. “Io vi invito a pensare oggi”, l’invito finale sempre fuori testo ai 7mila presenti in Aula Paolo VI: “Quanti idoli ho, o qual è il mio idolo preferito? Perché riconoscere le proprie idolatrie è un inizio di grazia, e mette sulla strada dell’amore”. “L’amore è incompatibile con l’idolatria”, ha concluso Francesco: “Se un qualcosa diventa assoluto e intoccabile, allora è più importante di un coniuge, di un figlio, o di un’amicizia. L’attaccamento a un oggetto o a un’idea rende ciechi all’amore. E ciosì per andare dietro a un idolo possiamo persino rinnegare padre, la madre, i figli, la moglie, lo sposo, la famiglia… Per amare davvero bisogna essere liberi dagli idoli. Portate questo nel cuore: gli idoli ci rubano l’amore, gli idoli ci rendono ciechi all’amore. Qual è il mio idolo? Toglilo, e buttalo dalla finestra”.