“Lo sport è uno strumento, un’occasione, un mondo abitato da tanti giovani di cui non ci si può occupare, una delle priorità del Csi”. Lo ha affermato questo pomeriggio don Alessio Albertini, assistente ecclesiastico nazionale del Centro sportivo italiano (Csi) introducendo l’evento “Lo sport migliore per un’Italia migliore” nell’ambito di “S Factor” promosso dal Csi a Roma. Don Albertini ha richiamato alcuni punti dell’Instrumentum laboris per il Sinodo dei vescovi sui giovani, quelli che fanno riferimento allo sport. Prima però ha sottolineato come “il rischio grosso che corriamo noi adulti quando parliamo di giovani è che abbiamo già deciso prima cosa devono essere i giovani e siccome non sono secondo le nostre categorie allora sono brutti, cattivi o incapaci. Insomma, pensiamo che ‘non ci sono più i giovani di una volta’”. Il Csi, ha ricordato, si occupa di sport come “occasione per far crescere degli uomini”. Venendo al Sinodo dei vescovi, don Albertini ha rilevato che “la Chiesa vuole occuparsi di tutti i giovani, non solo quelli bravi o santi”. E ha tracciato un parallelo con lo sport che “non è un diritto solo per i più bravi, quelli che diventeranno professionisti ma occasione per tutti”. Per il sacerdote, poi, con il Sinodo “la Chiesa si occupa dei giovani perché ha bisogno di ringiovanirsi. Difficilmente arriverà la novità se noi abbiamo sempre a che fare con gli adulti”. “Il nuovo – ha sottolineato – non è un tesoro solo dei giovani ma i giovani con la loro presenza sanno scuoterci, sanno inquietare noi adulti”. “Anche nello sport – ha osservato – abbiamo bisogno di un nuovo che ci spiazza, che ci interroga”. Infine, l’accenno al fatto che “nel Sinodo tutti hanno diritto di parlare, ma anche tutti hanno dovere di ascoltare cos’hanno da dire gli altri”. E venendo ai lavori che vedranno protagonisti i partecipanti a “S Factor”, don Albertini si è augurato che “anche questi giorni siano occasione per dire e ascoltare, per confrontarsi”.