Dopo l’udienza di questa mattina con Papa Francesco, sta volgendo al termine la conferenza internazionale “Saving our common home and the future of life on earth”, promossa ieri e oggi in Vaticano (Aula Nuova del Sinodo) dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale in occasione del terzo anniversario di pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ (5-6 luglio). Nel pomeriggio i lavori si sono svolti in sessioni parallele. Dalla condivisione in plenaria dei risultati, emerge, tra l’altro, che “ambizione è la parola chiave per implementare l’accordo di Parigi e guidare le nostre azioni nei prossimi anni”, dice la rappresentante del Cisde. “Il Vaticano – la richiesta condivisa – deve continuare sulla via del disinvestimento dai combustibili fossili”. Per salvare la casa comune è richiesto “l’impegno con tutti gli attori, industrie e società civile, con l’apporto delle comunità religiose”. Dal gruppo economico-finanziario emerge che “non si può chiedere a Fmi e Banca mondiale di cambiare se prima non siamo noi a cambiare, a partire dalla società civile e dalle comunità religiose”. La proposta, spiega il delegato, è “investire in ecologia integrale, ossia in qualcosa che abbia un impatto positivo sia in ambito economico sia in ambito sociale” e “sostenere la creazione di una figura di ombusdman globale”. I giovani esprimono il desiderio di aprirsi all’interreligiosità e di riconoscere la spiritualità delle comunità indigene con i cui rappresentanti hanno condiviso la sessione. “Dobbiamo iniziare – dice la rappresentante del gruppo – riconoscendo l’altro: ciò che le popolazioni indigene possono offrire. Come ha detto oggi il Papa dobbiamo ascoltare gli indigeni e imparare dal loro modo di trattare il pianeta”.