Inserire un membro dei Centri di servizio per il volontariato (Csv) nel Consiglio nazionale del Terzo settore. Lo ha chiesto il presidente di Csvnet, Stefano Tabò, ieri, durante la prima audizione nella commissione Affari sociali della Camera, con la quale il Parlamento ha avviato le consultazioni con gli enti di Terzo settore sullo schema di decreto correttivo al Codice del Terzo settore, uno dei decreti più corposi della riforma e che deve essere approvato entro i primi giorni di agosto. Nel suo intervento, il presidente Tabò ha riassunto una memoria lasciata agli atti, nella quale si esprime “sostanziale condivisione” degli emendamenti governativi attinenti ai Csv. Tra le proposte, Tabò ha avanzato la necessità di prevedere per legge la presenza di Csvnet nel Consiglio nazionale del Terzo settore, l’organismo di consultazione previsto dal Codice, attualmente composto da 33 membri anche sei nei correttivi se ne prevede l’ampliamento di ulteriori 4 membri. “La richiesta nasce da ‘un’incomprensibile distonia nella nuova normativa’ che vede nei Csv un sistema capace di relazionarsi con tutti gli enti di Terzo settore per la promozione della presenza e del ruolo dei volontari; eppure, nonostante il riconoscimento dell’esperienza acquisita in vent’anni di operatività ‘sul campo’, la stessa norma non prevede di avvalersi delle competenze e delle sensibilità dei Centri nell’organismo consultivo più importante del Terzo settore”. Nessun impedimento, quindi, secondo Tabò, a “un incremento del Consiglio anche per un’altra categoria prevista, prevedendo un rappresentante designato dall’associazione dei Csv più rappresentativa sul territorio nazionale in ragione del numero di Csv a essa aderenti”.