Il Centro Astalli esprime “forte preoccupazione” per le condizioni dei 108 migranti soccorsi nel Mediterraneo e riportati da una nave italiana nel porto di Tripoli. “Oggi ci troviamo davanti a una violazione del diritto internazionale, che impedisce di respingere i migranti in un Paese in cui il rischio di violazione dei diritti umani è molto concreto e il diritto d’asilo non è garantito – afferma -. In Libia i migranti sono indiscriminatamente soggetti e la tortura e le violenze sono pratica diffusa ai danni di coloro che, in assenza di vie legali, sono costretti ad affidarsi a trafficanti per giungere in Europa. I naufraghi riportati in Libia rischiano la vita, in un Paese che non dà garanzie sul rispetto dei diritti umani e non fa nulla per assicurare l’incolumità dei migranti in transito”. Il Centro Astalli ribadisce che “la Libia non è Paese sicuro con cui fare accordi e avviare procedure per la gestione dei flussi migratori”. Chiede perciò “immediata attivazione di vie legali d’ingresso in Europa e l’applicazione sistematica di un piano di evacuazione dei migranti che si trovano in detenzione in condizione di grave pericolo in Libia”.